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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

Quando finirà lo stato d'emergenza?

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  Per quanto sia ormai scontato lo stato d’emergenza che ci fa compagnia da quasi due anni non andrà via, lo si capisce bellamente dall’ormai prona obbedienza che i nostri governanti hanno per il virus Sars Cov-2 ormai trasformatosi in un signore della disgrazia. Perché se una cosa in tutta questa drammatica situazione è chiara non ce ne libereremo facilmente, né ora né nei prossimi anni. Tale affermazione non è campata in aria ma è stata ripetuta fino allo sfinimento da alcuni rappresentanti delle istituzioni che hanno in mano la presunta emergenza Covid-19. Ursula Von Der Leyen ha sonoramente ribadito in più incontri istituzionali che dobbiamo attenderci altre pandemie e per questo ha introdotto circa 50 miliardi entro il 2027 per combatterle. Pensare che siamo improvvisamente immersi nell’epoca dei patogeni pericolosi quando per decenni mai nessuno aveva parlato di nuove malattie, almeno in occidente e che tutto questo sia un caso o frutto di un disequilibrio zootecnico, per c...

L'Istituto Superiore di Sanità abbatte la narrazione pandemica

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  Il recente report dell’Iss, riportato da testato come il Tempo e la Verità, ci conferma quello che molti già sapevano, ossia che di Covid sono morte una piccolissima percentuale, il 2,9%, delle persone conteggiate, anche se bisogna ricordare che sono state analizzate solo 7.910 pazienti degli oltre 130.000 deceduti. In totale i morti riconducibili esclusivamente al virus sarebbero 3.873. La notizia invece di diventare la prima della agenda setting di ogni telegiornale è stata invece maldestramente tacitata, vuoi per la verità scottante che portava vuoi per l’insostenibilità a rivelarla da parte del mainstream che per quasi due anni ci hanno riferito di una sola e unica verità. A dire il vero il rapporto non è così eccezionale, o meglio lo è solo per coloro che erano abituati alla vulgata dominante e non davano credito alle fonti ufficiali, che, questo bisogna dirlo, erano abbastanza chiare sin dall’inizio. La colpa, se così vogliamo definirla, è stata di televisioni e giornali ch...

La cinesizzazione dell'Italia è in atto

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  Sin dall’inizio della storia Covid una cosa era abbastanza chiara: le democrazie occidentali stavano dicendo addio ai loro sistemi, ai loro parlamenti e pertanto era sempre più vicina l’ombra di quella Cina distante chilometri. Eppure, quella che prima era una semplice intuizione, nata dal dubbio dei provvedimenti presi dai governi Conte II e Draghi, è ora sempre più realtà, ossia che l’Italia sta letteralmente diventando un laboratorio sociale in cui si testano misure totalitarie. Sin dal primo lockdown di marzo 2020, arrivato addirittura prima della conferenza stampa di Ghebreyesus, direttore dell’OMS, la tendenza di una Cina sempre più vicina occupava le menti degli osservatori. Del resto, era impensabile attuare un provvedimento di chiusura totale del genere in un paese democratico, eppure le cose sono andate secondo un percorso prestabilito che vedeva l’Italia come paese ospite del modello chiusurista cinese. Non sono bastate le fanfare di coloro che difendevano il provved...

L'Italia assomiglia sempre di più all'Australia

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  Qualcuno si domandava qualche mese fa in che modo l’Australia sarebbe scivolata in una impostazione autoritaria ormai conclamata. Ecco, in Italia la risposta a questo quesito ce l’abbiamo sotto ai nostri occhi. Il governo non cede il passo e fa letteralmente di tutto per creare caos e tensioni. Nessuna parola di conforto è arrivata ai cittadini (persino il capo dello stato ha condannato le violenze, quasi a significare che i colpevoli di quell’inutile lotta siano stati i lavoratori, inermi e seduti per terra) e le richieste di questi ultimi, che chiedono di lavorare e di vivere in un paese civile, sono state inascoltate. Come al suo solito il governo fomenta le rivolte e utilizza la polizia come arma. Poliziotti che non si fanno problemi ad azionare idranti o a caricare le pistole lancia fumogeni. Uomini, almeno sulla carta, che abbattono altri uomini. Ormai il canovaccio prestabilito è abbastanza chiaro, almeno per chi ha gli occhi per vedere e non ha le facoltà critiche obnubil...

I portuali di Trieste difendono la democrazia italiana

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  E chi lo avrebbe mai detto che a sostenere le ultime briciole di una democrazia in decadenza fossero stati i portuali di Trieste? L’orgoglio del loro lavoro ha portato alla mente ciò che le sigle sindacali non hanno fatto negli ultimi decenni: difendere un diritto sacrosanto colpito da un governo in grado solo di ricattare a suon di slogan. Loro, l’ultima ruota del carro pochi mesi fa, sono diventati indiscussi protagonisti in uno dei periodi più bui e nefasti che l’Italia ricordi: l’introduzione di un lasciapassare verde per poter entrare nei propri posti di lavoro. Un certificato nonsense che però viene dipinto come se fosse la più grande arma contro un virus respiratorio ormai in caduta libera, che se non fosse per le vagonate di tamponi giornaliere effettuate dovremo trovarlo con il lanternino. Sì, perché se c’è qualcosa di scientifico di questo lasciapassare è proprio la sua anti-scientificità. A confermare il coraggio dei portuali di Trieste ci ha pensato anche la stamp...

L'intervento di Agamben e la censura di Facebook

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  Colpisce non poco, per anche chi non è abituato alla vulgata mainstream, il discorso che il filosofo Giorgio Agamben ha effettuato in un'audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato incentrato sui rischi che la “democrazia” sta vivendo, ma non da ora, ma da almeno un anno, ossia da quando è stato emanato il primo stato d’emergenza. Il filosofo, noto come uno dei più illustri d’Italia e d’Europa, ha ribadito che l’introduzione del green pass è tutt’altro che uno strumento sanitario, ma solo un dispositivo aprente un nuovo scenario post-democratico. Uno scenario in cui si dovrà dimostrare di essere sani e dove per la prima volta è introdotta per legge una vera e propria discriminazione, la quale diverrà poi giocoforza un vero e proprio paradigma politico. Lo stato, come ricorda il filosofo, tende a discriminare chi non si procura la tessera verde giudicandolo come irresponsabile quando è proprio lo stato a non essere responsabile perchè si ritiene estraneo agli event...

Australia, un paese in fin di vita

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  L’Australia sembra non esistere più per i grandi giornali e per le televisioni, tanto che nemmeno un servizio o un articolo è stato dedicato alla delicatissima situazione che il paese sta vivendo, un paese che potremo definire politicamente una post democrazia in divenire dopo l’avvio delle vaccinazioni anti-Covid, che, come negli altri paesi a tinte anglosassoni, sono diventate una clava governativa piuttosto che una misura di salute pubblica. La situazione è molto complessa e più i media la ignorano e più aumenta il senso di impotenza dinanzi a questa tremenda realtà che molti australiani stanno vivendo. Paesi segregati, polizia in preda al delirio da legge marziale, arresti preventivi per reati non commessi e una situazione governativa totalmente inadeguata e probabilmente incapace di capire realmente il pericolo delle politiche introdotte. A fronte di una pandemia decisamente e numericamente irrisoria la risposta degli stati australiani è stata del tutto incurante della rea...

Il mistero del blackout di Facebook, Instagram e Whatsapp

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  L'improvviso blackout che ha coinvolto i servizi di Mark Zuckerberg ha spinto migliaia di persone a chiedersi i motivi per cui questo sia accaduto. Sono emerse anche una serie di teorie che hanno avuto, e hanno ancora, l’obiettivo di capire i contorni di quella manciata di ore. Un vero e proprio “evento” perché mai la nota piattaforma nata nel 2004, assieme alle sue accolite, si era inceppata in questo modo, per circa sei ore, e aveva fatto intravedere un ventre molle capace di essere slabbrato e strappato via. La società di Zuckerberg nel momento in cui è scomparsa dal web ha perso miliardi di dollari e molte fonti parlano addirittura di una vendita di dati di miliardi di persone da parte di coloro che probabilmente hanno avuto un ruolo più o meno importante nella vicenda. I media parlano anche di una serie di problemi non solo legati alle infrastrutture online ma anche per quelle offline. La BBC riporta le dichiarazioni di una giornalista del New York Times che ha detto “ le...

La carta "sostenibile" di MasterCard che traccia le emissioni di Co2

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  Quando si parla di sostenibilità ambientale, termine nato in un noto rapporto Onu del 1987 (rapporto Brundtland) spesso si fa riferimento ad un sistema in cui si limitano al minimo gli sprechi di risorse, l’utilizzo di materiali inquinanti e, soprattutto, le emissioni di carbonio in nome della salvaguardia ambientale per le future generazioni. Molti incentivi a consumare di meno e a evitare di deturpare la natura sono stati lanciati negli anni. Tutto bellissimo ma quando questo viene pretesto viene pompato per altri obiettivi, perlopiù spinti da aziende e da multinazionali che più di altri hanno interesse a risucchiare le ricchezze del territorio danneggiando piccole e medie imprese? Ecco che la MasterCard , quasi in sordina perché nessuno ne ha parlato, ha lanciato nel febbraio 2019 una card speciale, una sorta di carta di credito legata indissolubilmente alle emissioni di carbonio. Doronomy, start up nata nel 2018 e impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici, e MasterCard h...