L'Italia assomiglia sempre di più all'Australia

 







Qualcuno si domandava qualche mese fa in che modo l’Australia sarebbe scivolata in una impostazione autoritaria ormai conclamata. Ecco, in Italia la risposta a questo quesito ce l’abbiamo sotto ai nostri occhi. Il governo non cede il passo e fa letteralmente di tutto per creare caos e tensioni. Nessuna parola di conforto è arrivata ai cittadini (persino il capo dello stato ha condannato le violenze, quasi a significare che i colpevoli di quell’inutile lotta siano stati i lavoratori, inermi e seduti per terra) e le richieste di questi ultimi, che chiedono di lavorare e di vivere in un paese civile, sono state inascoltate. Come al suo solito il governo fomenta le rivolte e utilizza la polizia come arma. Poliziotti che non si fanno problemi ad azionare idranti o a caricare le pistole lancia fumogeni. Uomini, almeno sulla carta, che abbattono altri uomini. Ormai il canovaccio prestabilito è abbastanza chiaro, almeno per chi ha gli occhi per vedere e non ha le facoltà critiche obnubilate dalla propaganda. Abbiamo di fronte uno stato che nella sua follia, una gelida follia ovviamente organizzata, ha voluto sfidare il tempo legittimando un lasciapassare governativo giustificato da una presunta limitazione di contagi, quando lo strumento per calcolarli non è nemmeno stato concepito per fare quello che dovrebbe fare.

A questo aggiungiamo la bolla informativa in cui molti italiani sono impantanati. Molti media internazionali hanno legittimamente condannato l’operato della polizia nei luoghi dello sciopero, in particolare Trieste, diventata in pochi giorni il simbolo della resistenza e della lotta a favore della tanto decantata normalità che secondo molti bontemponi arriverebbe solo inginocchiandoci a dettami nonsense. Ed invece i giornali italiani hanno come al solito delegittimato le azioni dei lavoratori triestini e avvalorano, ovviamente in maniera non esplicita, le attività senza pudore della polizia, che sono arrivate anche a ridosso di scuole e di bar. Le televisioni al contempo schiacciano la palla al balzo ingigantendo ancora di più i malumori, con inviati che fanno di tutto per non rappresentare la realtà mentre invece puntualizzano le solite operazioni progovernative, come la recente manifestazione antifascista (?) della CGIL, nata proprio a seguito delle attività del ministero dell’Interno volta ad infiltrare nelle manifestazioni alcuni nomi ben conosciuti dai servizi di sicurezza nazionale.

Infine le istituzioni dimostrano ancora una volta l'incapacità di gestione e sebbene abbiano smarrito qualunque briciolo di critica c'è ancora chi li sostiene. Dal presidente del consiglio il nulla assoluto, dal capo dello stato un discorso da brividi atto a condannare le violenze senza però sottolineare che le violenze sono perpetrate dal suo stesso ministero.


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