La guerra e gli scenari futuri

 


Tra proclami nazionalistici e un riarmo ormai quasi completo, l'Europa, un tempo continente esente dalle guerre di ogni tipo, è oggi di nuovo in pieno subbiglio per la guerra che è in corso in Ucraina, una terra di confine diventata sempre più presente. A tal punto da porre il rischio non più teorico ma tristemente concreto di una terza guerra mondiale, di un confronto aperto tra i paesi della Nato e la Federazione Russa. Uno scenario ormai sdoganato dai media.

Stando ai fatti che ci vengono dal terreno, evitando di parteggiare da una parte o dall'altra, è chiaro un aspetto chiaro dall'inizio ma che molti facevano fatica ad accettare: la Russia non solo non perderà questa guerra, ma cercherà di in tutti i modi  di vincerla largamente. Troppa è la disparità di uomini e mezzi (il personale militare russo che comprende tutti gli uomini impegnati nelle operazioni è di 850mila), troppa è l'incapacità da parte dell'Europa, l'unico blocco geopolitico realmente indebolito da questo conflitto, mentre dall'altra parte della barricata troppa è la superbia della Nato che, resosi conto della serietà della Russia, si ostina a rappresentare Zelensky come un leader leale, quando tutti sanno il suo passato e chi lo ha voluto ai vertici del potere istituzinale ucraino.

Eppure il recente appiattimento della Germania nei confronti degli americani, facile da prevedere viste le 21 basi militari presenti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (tra cui quella di Ramstein, una delle più importanti dato che ospita uno dei major command dell'aeronautica americana), ha acceso ultieriori polemiche: a prescindere dall'utilità sul terreno dei Leopard 2, da molti analisti ritenuti inadatti per la conformazione territoriale ucraina, è chiaro che si tratta di un segnale di provocazione contro la Federazione Russa. Di certo andando avanti così si travalica quella red line che i russi citano spesso nelle loro analisi militari.

Gli scenari della RAND corporation





La RAND Corporation è uno dei principali istituti di ricerca finanziari dal complesso militare industriale ed impiega più di 1.500 analisti in più sedi sparse negli Stati Uniti. Dal 1946, anno della sua fondazione per volere del Dipartimento della difesa, assieme al Pentagono sviluppa e supporta le principali manovre militari di Washington.

Tutto sommato lo scenario militare a cui Washington fa affidamentoper quanto concerne lo scontro russo-ucraino segue pedissequamente quanto scritto dalla RAND nel 2019, in un report ormai abbastanza noto e diffuso chiamato Extending Russia: Competing from Advantageous Ground. Un testo nel quale già si delineavano i futuri scenari con protagonista la Federazione Russa, definita dagli Stati Uniti come un competitor strategico in più settori. Dal punto di vista geopolitico la RAND consigliava molti dei provvedimenti che sono stati applicati all'indomani del febbaio 2022 come il concedere a Kiev le sue armi più letali con il probabile invio di Mosca delle sue truppe.

In un successivo rapporto la RAND delinea poi la volontà statunitense di non voler impiegare le sue forze per un tempo fin troppo prolungato. Ciò infatti rischierebbe di unire sempre di più la Russia con la Cina, la vera mina vagante dell'egemonia americana. Dunque, nello scritto gli analisti della RAND spingono non solo per una fine anticipata della guerra, definendo le conquiste russe come poco incidenti per la politica estera americana. Ma vorrebbero altresì evitare in tutto i modi una saldatura economica tra Mosca e Pechino che solo un conflitto prolungato può dare: lo scopo dell'establishment economico-finanziario americano è la Cina, non la Russia e Washington ha interesse affinché Pechino non riceva vantaggi strategici dall'energia russa in un futuro confronto sul piano militare.

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