Jacob Schiff, il banchiere più potente di Wall Street

 






La storia delle banche ha costantemente unito il suo percorso con quello della storia umana. E' innegabile dire che le rivoluzioni, le rivolte e i cambi di regime si sono avverate perchè un gruppo di persone lo volevano e lo desideravano. Dovrebbe decadere il luogo comune, ormai impiantato in tutti noi, che afferma che il popolo è in grado con le sue sole mani di mutare un assetto governativo, senza il supporto esterno. La storia, quella che c'è sui libri e che ci insegnano sin da bambini, è un pullulare di rivoluzioni dal basso, ma non ci viene mai spiegato chi finanzia queste rivoluzione e che scopo abbiano. Non ci viene mai spiegato che il denaro è il vero motore delle rivoluzioni, senza i finanziamenti i cosiddetti rivoluzionari sono praticamente senza i prerequisiti essenziali. E' come dire di andare a fare una guerra senza carri armati o fucili di precisione. E' impossibile proprio perchè ti mancano le materie prime in modo da raggiungere i tuoi obiettivi. Altro punto che spesso, anzi quasi mai, viene sottolineato: per mettere a soqquadro una status quo c'è bisogno di una pianificazione strategica, fatta di obiettivi e di studi, composta ed effettuata da persone intelligenti, non da improvvisati che probabilmente non sanno nemmeno come usare un'arma da fuoco. Eppure è questo ciò che l'immaginario collettivo, i mass media, ci disegna: il rivoluzionario è una persona che spinta da ideali va alla caccia del capo di turno e lo travolge con la sola arma dialettica. Appurato dunque che le rivoluzioni sono spesso decise in ambienti tutt'altro che idealistici, porgiamo lo squardo ai primi del Novecento. Più precisamente nella Russia Zarista dei Romanov.


Schiff e la Rivoluzione russa

Jacob Schiff è stato l'uomo di punta di tutta Wall Street a partire dal 1904, anno in cui la sua banca, la Kuhn, Loeb Company di New York, aiutò sostanzialmente il Giappone nella guerra contro la Russia Zarista. In quella battaglia definitiva passata alla storia come la battaglia di Port Arthur in cui la flotta dello Zar fu letteralmente travolta in modo che le forze giapponesi si impossessassero dell'importante snodo marittimo. Tanto fu il suo supporto che Schiff fu premiato dall'imperatore giapponese poco dopo la guerra. Un segnale forte di quel che accadrà ma anche una spallata decisiva, nonchè deleteria, contro la Russia dello Zar. Difatti, l'obiettivo della casta di Wall Street era eliminare materialmente la forza dello Zar, che godeva di impianti energetici, di giacimenti di gas  di petrolio, che nessun'altra al mondo poteva permettersi. Troppo pericolosa era la Russia, doveva essere distutta. ma il primo piano fallì. La Prima rivoluzione russa, in effetti, mise le basi della seconda rivoluzione russa, nota come quella Bolsceiva, che in realtà, come la prima, ebbe fini esclusivamente geopolitici e geostrategici. E' inutile ancora oggi appellarsi al fatto che banche, organizzazioni e uomini politici siano estreanei ai cambiamenti popolari. E risulta ancor più strano che la maggior parte dei fruitori storici sia assolutamente all'oscuro di queste manovre fatte quasi alla luce del sole.


La Rivoluzione Bolscevica fu interamente finanziata dagli uomini di Wall Street. Dalle banche internazionali che avevano interessi enormi nel controllare la struttura geopolitica della Russia Zarista, che avrebbe dovuto mettere in pratica i dogmi scritti da Karl Marx al fine di costiture una società chiusa, in modo di far trionfare il capitalismo straniero (in particolare americano). Jacob Schiff in questa storia è il protagonista assoluto. Il più grande manovratore e finanziatore dei bolscevichi, che al momento dell'abdicazione dello Zar erano un movimento politico insignificante. Che però aveva i germi di quei rivoluzionari tanto decantati dalla Storia: Leon Trotsky e Vladimir Lenin. Due uomini che in realtà in un modo o nell'altro avevano avuto a che fare con il capitalismo internazionale, almeno dal fallimento della prima sommossa popolare anti-zarista poco dopo la fine della guerra russo-giapponese. Ma mentre l'opinione pubblica pensa che i grandi rivoluzionari siano sempre impegnati, per amor della patria, a difendere la massa operaia, Trotsky e Lenin vivevano appartati e lontani da qualunque movimento anti-sistema. Strano pensare che Trotsky vivesse in un appartamente del Lower East Side di Manhattan mentre Lenin risiedesse in Svizzera. Strano anche notare che gran parte dell'alloggio del rivoluzioario sovietico era l'esatto opposto del pensatore appartato in un buco lontano da tutto e da tutti. Trotsky si muoveva con una limousine, aveva accesso nei più lussuosi saloni da tè e aveva a disposizione anche un frigorifero, che per l'epoca era l'equivalente nell'avere una Ferrari oggi. E ci sorprende, ma non più di tanto, che lo stesso Jacob Schiff finanziò personalmente con 20 milioni di $ il fervido rivoluzionario, che trascorreva il suo tempo tra meeting e discorsi nel centro finanziario mondiale. La conferma ci arriva dal nipote dello stesso Jacob Schiff, ripresa il 3 febbraio 1949 dal Ney York American-Journal. In una intervista rilasciata a Cholly Knickerbocker disse "che suo nonno aveva dato circa 20 milioni di dollari per il trionfo del comunismo in Russia". Quando Trotsky progettò di tornare in Russia nel 1917 a bordo della S.S. Kristianiafjord, con 275 rivoluzionari che lo accompagnavano, dal porto di Halifax, Canada, accadde una cosa strana. Poco prima che iniziasse a salpare nei mari canadesi, le autorità doganali lo perquesirono e poi lo arrestarono. Trotsky recava con se circa 10.000$, una cifra spaventosa per l'epoca, che avrebbero dovuto servire per spingere la rivoluzione. Una volta arrestato fu costretto ad essere rinchiuso in una cella per due giorni, poi accadde l'inaspettato. William Wiseman della Kuhn, Loeb & Co. di Schiff, con il consenso del Colonnello Edward Mandell House e del Presidente Woodrow Wilson (che nella confereza di pace del 1919 disse "che generosi uomini di grande umanità nutrono sentimenti di simpatia per il Bolscevismo perchè sono convinti che il Bolscevismo potrà offrire le opportunità di lavoro e apportare, dopo tznta sofferenza, serenità e pace al popolo russo", Eustace Mullins, The World Order - Ou Secret Ruler, 1992), fece pressione al governo canadese al fine di rilasciare Trotsky. A New York la sera prima della sua partenza Trotsky aveva tenuto un discorso, in cui diceva: "Torno in Russia per rovesciare il governo provvisorio e fermare la guerra con la Germania". (Un rapporto completo su questo incontro era stato presentato all'Intelligence militare degli Stati Uniti. Vedere il documento del Senato n. 62, 66 ° Congresso, Rapporto e audizioni della sottocommissione sulla magistratura, Senato degli Stati Uniti, 1919, Vol. II, p. 2680; Trotsky rappresentava quindi una vera minaccia per lo sforzo bellico dell'Inghilterra. Fu arrestato come agente tedesco e preso come prigioniero di guerra). Tornato in patria la rivoluzione fu completata come era nei piani dei bancheri internazionali. Il governo provvisorio di L'vov fu eliminato, le residue opposizioni degli aficionados dello Zar anche. Si completava così il fervente desiderio di Jacob Schiff e della comunità ebraica internazionale, che nei primi anni del Novecento fu costretta a subire i famosi progrom russi, in cui milioni di ebrei furono costretti a fuggire in diverze zone d'Europa e del Mondo. Lo stesso Schiff, in una festa organizzata da alcuni socialisti newyorchesi, in un telegramma ripreso dal New York Times, scrisse che "la rivoluzione russa è ciò che avevamo sperato e lottato per questi lunghi anni". (Mayor Calls Pacifists Traitors, The New York Times, 24 marzo 1917, p. 2).


Gli interessi inglesi

Arsene de Goulevitch ci viene in soccordo per aggiungere altri elementi fondamentali, che corroborano la tesi di un aiuto pratico della casta finanziaria ai rivoluzionari bolscevichi. Nel suo volume, altamente attendibile perchè figlio di fonti certe e raccolte sul campo, De Goulevitch ci spiega altri finanziatori del sovietismo. "Nella primavera del 1917, Schiff cominciò a sovvenzionare Trotsky...mentre lo stesso Trotsky e il suo seguito ricevevano finanziamenti da Max Warburg e Olof Aschberg della Nye Banken di Stoccolma, dal Rhine Westphalian Syndicate e da un certo Jivotovsky, la cui figlia avrebbe sposato lo stesso Trotsky". De Goulevitch ci informa anche dell'attività inglese a supportare il socialismo marxista. In interviste private, ha detto, "mi è stato detto che Lord [Alfred] Milner ha speso oltre 21 milioni di rubli per finanziare la rivoluzione russa ... Il finanziere appena citato non era affatto il solo tra gli inglesi a sostenere la Rivoluzione russa con grandi donazioni finanziarie". Lord Alfred Milner è un altra figura fondamentale per la rivoluzione. Associato ai Rothschild londinesi, Milner aveva fondato probabilmente l'organizzazione più potente ed influente del mondo, quella che imporrà il suo modello nel CFR e nel RIIA. Stiamo parlando della Round Table, la cui influenza nei circuiti diplomatici dell'epoca è fuori discussione. Milner, come ci dice l'autore, assieme a Max, Paul e Felix Warburg fu rappresentante dei propri rispettivi paesi nella Conferenza di Pace di Parigi. Risulta strano che coloro che ordirono la fine dello Zarismo provocarono la morte di migliaia di loro compatrioti. Difatti, poco dopo l'accordo di pace della Russia di Lenin con la Germania imperiale provocò lo spostamento in massa delle truppe germaniche prima impegnato sul fronte orientale. Migliaia di morti inglesi e canadesi sono sulla coscienza di volle la rivoluzione bolscevia eppure pochi lo ricordano.

L'influenza di Lord Arthur Milner non è solo stata dettata da Londra, ma ha avuto una sua applicazione sul campo. Milner infatti, sempre secondo De Goulevitch, fu uno dei prescelti a guidare i finanziamenti per i rivoluzionari sovietici poco prima del giorno della caduta dello Zar. Tesi corroborate anche da alcuni report che confermarono la presenza di agenti britannici nelle strade di Pietrogrado prima e dopo la rivoluzione. Milner per via dell'ambasciatore inglese in Russia George Buchanan, distribuiva 25 rubli ai reggimenti rivoluzionari. Addirittura ci dice l'autore che gli agenti inglesi non intervenivano come cittadini in vista, come degli uomini d'affari ad esempio, ma con dei nomi falsi venivano reclutati come soccorritori della Croce Rossa. Croce Rossa che diventerà li in poi parte integrante delle forze armate americane e fu guidata da uno degli uomini eletti dal Presidente Wilson come capo della missioni in Russia, Wiliam Thompson. Il professore Anthony Cyril Sutton nel suo Wall Street and the Bolschevik Revolution a proposito ci dice: "La campagna di raccolta fondi [della Croce Rossa] del 1910 per 2 milioni di dollari, ad esempio, ebbe successo solo perché sostenuta da questi ricchi residenti di New York City. Lo stesso JP Morgan contribuì con $ 100.000 ... Henry P. Davison [un partner di Morgan] era presidente del Comitato per la raccolta di fondi di New York nel 1910 e in seguito divenne presidente del Consiglio di guerra della Croce Rossa americana ... La Croce Rossa non fu in grado di far fronte alle richieste della prima guerra mondiale e in effetti fu rilevata da questi banchieri di New York" (A.C. Sutton: Wall Street and the Bolschevik Revolution, p. 72).








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