L'Istituto Superiore di Sanità abbatte la narrazione pandemica
Il recente report dell’Iss, riportato da testato come il Tempo
e la Verità, ci conferma quello che molti già sapevano, ossia che di Covid sono
morte una piccolissima percentuale, il 2,9%, delle persone conteggiate, anche
se bisogna ricordare che sono state analizzate solo 7.910 pazienti degli oltre
130.000 deceduti. In totale i morti riconducibili esclusivamente al virus sarebbero 3.873. La notizia invece di diventare la prima della agenda setting
di ogni telegiornale è stata invece maldestramente tacitata, vuoi
per la verità scottante che portava vuoi per l’insostenibilità a rivelarla da
parte del mainstream che per quasi due anni ci hanno riferito di una sola e
unica verità. A dire il vero il rapporto non è così eccezionale, o meglio lo è
solo per coloro che erano abituati alla vulgata dominante e non davano credito
alle fonti ufficiali, che, questo bisogna dirlo, erano abbastanza chiare sin
dall’inizio. La colpa, se così vogliamo definirla, è stata di televisioni e
giornali che hanno assiduamente e ostinatamente insistito sulla narrazione del
virus mortale mentre era chiarissimo che era semplicemente una costruzione
mediatica, volta ad ingigantire la paura e a far credere all’opinione pubblica
di essere di fronte alla Spagnola 2.0. Ci ricordiamo benissimo i titoli dei
giornali e dei telegiornali: il terrorismo mediatico ha provocato uno stato di
shock incredibile e l’aspetto mondiale della cosa ha poi reso il tutto una
opera di propaganda di prima qualità.
Non che non ci fossero i morti in eccesso, la sanità italiana
fa acqua da tutte le parti ed è stata tagliata, e tuttora continua ad essere
tagliata, di svariati miliardi negli ultimi 10 anni, lo si sa, ma il problema
era che questi morti venivano messi in bella vista alle 18 di ogni giornata
come quasi a rappresentare un rituale, una sorta di conteggio giornaliero a cui
bisognava prostrarsi. Del resto, anche la Protezione Civile affermava sin dall’inizio
che i morti conteggiati erano messi indiscriminatamente in un unico calderone, ignorando
l’ormai celebre artificio “per” o “con” Covid; mentre il governate del Veneto
Zaia ci affermava chiaramente che tutti i positivi, ad un tampone tra l’altro
mai ufficializzato e realizzato da un personaggio discutibile quale Christian Drosten,
venivano trasformati nei morti Covid. Ma tutto questo era però fondamentale da
mantenere perché non vi erano altre alternative, come si poteva convincere l’opinione
pubblica della presenza di un virus cinese mortale che faceva cadere le persone
per strada (ricordate Wuhan?). A questo aggiungiamo che sin dall’inizio è stata
chiarissima la manovra di ingegneria sociale scientificamente applicata, così
come è stata eccezionale l’applicazione dei famigerati lockdown del professor
Ferguson dell’Imperial College di Londra, che agli inizi preconizzava milioni
di morti solo nei primi mesi. Era anche chiaro che questo virus danneggiava
solo le persone anziane e già debilitate, cosa che ricordiamo continua a fare
ancora oggi, a distanza di mesi di vaccinazioni coercitive.
Nel dettaglio, il report dell’Iss ci dice che “complessivamente,
230 pazienti (2,9% del campione) presentavano 0 patologie, 902 (11,4%)
presentavano 1 patologia, 1.424 (18,0%) presentavano 2 patologie e 5.354
(67,7%) presentavano tre o più patologie” e che fra queste quelle più
incisive erano, e sono, la cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale,
scompenso cardiaco, ictus, ipertensione arteriosa, demenza. Dal punto di vista invece
dell’andamento pandemico al 5 ottobre 2021 sorprende valutare ancora una volta
l’insostenibilità di continuare a parlare di emergenza sanitaria. Non ci sono i
numeri per definirla. L’Iss ce lo dice chiaro e tondo, affermando non
intenzionalmente, la poca differenza con l’anno scorso. La prima frase
del capitoletto 6 afferma che: “Dal 01/02/2021 al 05/10/2021 sono 38.096 i
decessi SARS-COV-2 positivi”. L’anno scorso, di questi tempi, la cifra era
di 36.002. Non molto distante da quella di oggi e vedendo che la media dei
morti è la stessa, 80 anni per gli uomini e 85 per le donne, dov’è la
differenza dopo una campagna vaccinale ossessiva, per cui anche giovani
ragazzi, che, come è noto dal Covid non rischiano nulla, si sono andati ad
inoculare? Ricordiamo inoltre che nel 2020 nella fascia d’età dagli 0 a 50 la
mortalità si è ridotta dell’8,5%, un dato ISTAT assai importante poco menzionato.
Dando invece un’occhiata complessiva ai morti mese per mese
del 2021 notiamo ancora una volta che parlare ancora di emergenza sanitaria
significa sfiorare il ridicolo. Sommando tutti i morti fino ad agosto 2021, che
arrivano a 471.742, notiamo che rispetto alla media 2015/2019 (437.885) i numeri
sono saliti di 33.397 unità. Questo significa nel 2021 i morti complessivi,
quindi concernenti tutte le malattie, sono in linea con quelli pre 2020 tenendo
presente che il tasso di decessi ogni 1000 abitanti cresce di 1/10 ogni anno. Ma al contempo questo numero
fa riflettere perché ancora una volta segnaliamo una mancanza di efficacia
della vaccinazione, perché evidentemente nel 2021 avresti dovuto avere numeri
ancora più ridotti per dire di aver debellato il virus. Ed invece i numeri complessivi aumentano, e nonostante le continue vessazioni governative basate su un presunto
beneficio dei vaccini anti-Covid, constatiamo che questi non hanno egregiamente
svolto il loro lavoro di protezione (si veda il caso inglese che pochi mesi fa
veniva messo in risalto come l'esempio da imitare).
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