I portuali di Trieste difendono la democrazia italiana
E chi lo avrebbe mai detto che a sostenere le ultime briciole di una democrazia in decadenza fossero stati i portuali di Trieste? L’orgoglio
del loro lavoro ha portato alla mente ciò che le sigle sindacali non hanno
fatto negli ultimi decenni: difendere un diritto sacrosanto colpito da un
governo in grado solo di ricattare a suon di slogan.
Loro, l’ultima ruota del carro pochi mesi fa, sono diventati
indiscussi protagonisti in uno dei periodi più bui e nefasti che l’Italia
ricordi: l’introduzione di un lasciapassare verde per poter entrare nei propri
posti di lavoro. Un certificato nonsense che però viene dipinto come se fosse
la più grande arma contro un virus respiratorio ormai in caduta libera, che se
non fosse per le vagonate di tamponi giornaliere effettuate dovremo trovarlo con il lanternino.
Sì, perché se c’è qualcosa di scientifico di questo lasciapassare è proprio la
sua anti-scientificità.
A confermare il coraggio dei portuali di Trieste ci ha
pensato anche la stampa internazionale che a differenza di quella italiana ha
pensato di sottolineare l’eccezionalità di un provvedimento di tale portata e
al contempo ha confermato quelli che prima erano solo dubbi infondati, ossia
che l’Italia è una specie di laboratorio di ingegneria sociale in cui si stanno
testando le reazioni dell’opinione pubblica, un classico fatto anche in passato
ma questa volta appare abbastanza chiaro. Il New York Times nel suo articolo dedicato all'Italia parla dell’unica democrazia occidentale ad usare un provvedimento del genere. La
BBC ricorda agli scellerati giornalai tricolore le numerosissime, e pacificissime,
proteste incorse nel Belpaese, come mai era successo negli ultimi 40 anni. Insomma, gli occhi di mezzo mondo sono sul
nostro paese e ci confermano quanto la nostra politica ormai sia in fase
decadente, così come la democrazia che non ha mai toccato un punto così basso.
Avanguardia. Con questo termine si può definire l’azione dei lavoratori di Trieste, in grado di compattarsi in questo momento complicatissimo, dove per la prima volta si sdogana una tessera, a scadenza, per poter fare cose legittime e calcificate in tutte le carte internazionali; e dove soprattutto si è ancora difronte ad una classe politica inadeguata e ad un governo palesemente incuneato in un vicolo cieco poco percorribile. Ma la domanda è: è questo che vuole il governo Draghi?
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