Australia, un paese in fin di vita
L’Australia sembra non esistere più per i grandi giornali e
per le televisioni, tanto che nemmeno un servizio o un articolo è stato dedicato
alla delicatissima situazione che il paese sta vivendo, un paese che potremo
definire politicamente una post democrazia in divenire dopo l’avvio delle
vaccinazioni anti-Covid, che, come negli altri paesi a tinte anglosassoni, sono
diventate una clava governativa piuttosto che una misura di salute pubblica. La
situazione è molto complessa e più i media la ignorano e più aumenta il senso
di impotenza dinanzi a questa tremenda realtà che molti australiani stanno
vivendo. Paesi segregati, polizia in preda al delirio da legge marziale,
arresti preventivi per reati non commessi e una situazione governativa
totalmente inadeguata e probabilmente incapace di capire realmente il pericolo
delle politiche introdotte.
A fronte di una pandemia decisamente e numericamente irrisoria
la risposta degli stati australiani è stata del tutto incurante della realtà e
contro ogni forma che si possa definire democratica, ma in Europa queste
notizie non arrivano, o i nostri grandi media non le fanno arrivare, e dunque
quello che accade nella grande isola d’Oceania appare distante e fuori da ogni
logica. Pertanto non hanno nemmeno fatto rumore del dimissioni della premier
del Nuovo Galles del Sud Gladys Berejiklian, e del suo vice, John
Barilaro, a causa di una accusa di conflitti di interessi.
L‘illogicità e la violenza delle misure
Ma i casi più gravi si registrano dal punto di vista della
gestione umanitaria dell’epidemia, che ricordiamo in Australia ha registrato
1.346 distribuiti perlopiù nel Nuovo Galles del Sud, mentre in altri stati come
nell’Australia Occidentale i decessi per o con Covid non hanno superato nemmeno
le dieci vittime. Una gestione quindi assolutamente illegittima, non
proporzionata che ha però avuto una pesante influenza sulle istituzioni, le
quali, vittime di un abuso di potere o di manovre sovranazionali, hanno
proseguito nell’adottare tali misure draconiane nonostante non vi fosse una
giustificazione logica od una qualunque base scientifica, mettendo anche multe
incomprensibili. Si legge da un articolo di Al
Jazeera dello scorso agosto: “Il NSW aumenterà le multe alle persone che
violano le regole di blocco nello stato, dove la polizia multerà le persone
fino a $ 5.000 ($ 3.700) "sul posto" per aver violato gli ordini di
soggiorno a casa o per aver mentito ai funzionari che rintracciano i contratti,
ha affermato il premier dello stato”
Lo scorso 14 agosto, a causa del raggiungimento della cifra
di 446 contagiati, la premier dimissionaria ha deciso di imporre un lockdown
fuori da ogni logica, soprattutto quando si pensa che il Nuovo Galles del Sud
conta ben 8,16 milioni di abitanti ed è per questo lo stato più popoloso. Ma lo
scettro di misura più scellerata lo merita l’amministrazione della città di
Alice Springs che a causa di un contagiato, uno, avete capito bene, ha deciso
imporre un lockdown di 72 ore.
Misure illogiche per una situazione illogica. Ma anche sconfortante
se si pensa alla brutalità della polizia, che soprattutto nelle grandi città
non ha remora di usare metodi violenti che ricordano le polizie organizzate dei
regimi novecenteschi. Tutto questo soprattutto nei confronti dei cittadini che
protestano contro coprifuochi vari e chiusure nelle città più grandi del paese,
da Melbourne a Sydney passando per Canberra, stufi della situazione incresciosa
creatasi. Nello Stato di Victoria la polizia si è resa protagonista in alcuni
ingiuriosi eventi, dall’arrestare una donna incinta rea di aver espresso una
sua opinione riguardante il lockdown di Melbourne, fino a svariati video che
vedono protagonisti poliziotti impegnati a brutalizzare i protestanti, che, in
larga parte, sono formati da persone pacifiche. La polizia
di Victoria ha addirittura sospeso un agente di polizia mentre picchiava
una persona. Non si contano poi gli arresti
contro i cittadini che non indossano mascherine all’aperto, misura che a detta
di numerosi studi appare nonsense, e contro coloro che soffrono di problemi
gravi e per questo non seguono le regole, o presunte tali, contro il Covid,
tanto da essere arrestati durante una normalissima corsa all’aria aperta (cosa
successa a Brisbane).
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