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Torna la violenza del paradigma pandemico (come previsto)

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  Mentre l’attenzione mediatico sulla guerra tra Russia e Ucraina ha raggiunto una fase stabilizzante, sta tornando come un uragano il paradigma pandemico che sembrava essere stato messo da parte a partire dalla fine di febbraio. Ed invece, come si sottolineava già in questa sede mesi orsono, il fenomeno mediatico del Covid sembra non solo tornato alla ribalta, ma anche che abbia cambiato veste, diventando ancora più pervasivo e in un certo senso oppressivo. Siamo a luglio, e di solito i malanni tipicamente invernali dovrebbero essere solo un ricordo; tuttavia, siamo bombardati continuamente dagli stessi dati degli ultimi anni: contagi, mascherine, vaccini e chi ne ha più ne metta. È come se avessimo riavvolto il nastro del tempo e fossimo tornato nei primi mesi dell’infausto 2020. Come se il terrorismo pandemico e poi collegato alla coercizione vaccinale, sia stato solamente un test per accettare il boccone della prossima emergenza, che probabilmente vedrà come protagonista l’aspe...

"La Russia fallirà, è sempre più isolata..."

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  La desertificazione programmata dell’economia reale porta il discorso del Grande Reset più vivo che mai, sebbene sia relegato ancora oggi, nonostante le evidenze, ad una mera teoria complottistica. La realtà ci dice che al contrario che tale processo sta avvolgendo sempre più le economie europee, più in generale occidentali, le quali con la guerra, per una insostenibile pretesa ideologica di matrice angloamericana, si stanno autodistruggendo.   L’Unione Europea deve sacrificarsi sull’altare della NATO e per farlo deve inimicarsi la Russia a tal punto da risultare imbarazzante nei vari confronti che ci sono stati in diverse occasioni (vedesi le interviste a Maria Zakharova e Sergej Lavrov). E poiché l’atteggiamento europeo è spocchioso oltre che arrogante Mosca non ha problemi ad insistere con le proprie contro sanzioni , impedendo anche ai paesi storicamente legati ad essa, Italia in primis, di usufruire del gas naturale e del petrolio. Secondo i dati del centro per la ricer...

Arrivano le liste di proscrizione

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  Che il clima che si respira in Italia non possa essere definito, se non nella forma, democratico , è un dato di fatto che chiunque è in grado di vedere. Due anni di gestione scellerata dell’informazione a senso unico ha creato il terreno fertile su cui si poggia la seconda grande lotta dei giornali mainstream, ossia quella diretta contro i presunti filoputiniani . A parlare, o meglio a fare una sorta di lista di proscrizione è stato il Corriere della Sera con un articolo uscito lo scorso 5 giugno. Un attacco contro nove persone ritenute parte integranti di una presunta rete russa la quale sarebbe responsabile di inquinare l’informazione tricolore con notizie provenienti dagli uffici del Cremlino. La fonte citata da Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni per la costruzione dell'articolo, se così si può definire, è il Copasir, una istituzione parlamentare che ha lo scopo di controllare l’operato dei servizi segreti. Ad essere attaccati, con giustificazioni false e deliranti, sono pe...

Monkeypox: l'inizio di un nuovo terrore pandemico?

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  L’isteria pandemica sta tentando di tornare alla carica dopo essere stata relegata al rango di notizia secondaria dai media internazionali. Con lo “scoppio” del vaiolo delle scimmie, il monkeypox , sono stati rispolverati una serie di elementi semantici che rimandano alla precedente pandemia dovuta al Covid 19 come ad esempio “contagio”, "quarantena” e ovviamente “vaccino”. Mentre il Belgio impone la quarantena a causa dei casi registrati, gli Stati Uniti corrono ad acquistare ben 13 milioni di dosi di vaccino dalla casa farmaceutica Bavarian Nordic , la stessa che aveva ricevuto il benestare dalla Food And Drug Administration per un vaccino contro il vaiolo delle scimmie lo scorso giugno 2021 . A New York il dipartimento della salute ha ordinato di indossare le mascherine anche per il vaiolo delle scimmie, adottando dunque le stesse regole per il Covid; cosa tra l’altro ripetuta in Italia dal dott. Nicastri dello Spallanzani in una conferenza stampa. Tra Spagna e Porto...

Dal pangolino alla scimmia: la psicosi continua

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Nella giornata di giovedì 18 maggio è stato riportato in Italia il primo caso [1] di vaiolo delle scimmie, un particolare ramo del vaiolo analizzato la prima volta nel 1958. Il caso non è stato solo rilevato in Italia, dove i due casi sono stati ricoverati con lievi sintomi allo Spallanzani, ma anche in altri paesi come Stati Uniti, Inghilterra e Spagna. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre con infezioni umane accidentali che di solito si verificano nelle parti boscose dell'Africa centrale e occidentale. A scapito di allarmismi gratuiti la stessa OMS [2] conferma che si tratta di una malattia che non comporta rischi di alcun tipo: “ il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni; la malattia è spesso autolimitante con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni ”. Due simulazioni sospette Come abbiamo...

La danza mascherata prosegue

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  A dimostrazione del fatto che la psicologia delle folle scimmiottando Gustave Le Bon sia tutt’altro che ristabilita secondo parametri normali, vediamo attorno a noi persone che ancora indossano uno dei simboli ideologici della fase che viviamo da due anni a questa parte: la mascherina. Eppure, nonostante il governo vieti di fatto di indossarla quantomeno nei luoghi al chiuso e all’aperto, con poche eccezioni come sempre abbastanza deliranti, il popolo italiano continua, imperterrito e assuefatto, ad abbeverarsi questa narrazione ormai diventata insostenibile oltre che fastidiosa. Perché se si è arrivati a questo punto, con una misura presuntamente sanitaria ormai tolta in parecchi ambiti della vita collettiva, qualcuno mi dovrà spiegare cosa c’è di normale in questa cosiddetta ritrovata normalità nel momento in cui si continua a marciare mascherati, magari da soli in strada. Del resto, era facile intuire e prevedere questo scenario: il potere della comunicazione medico-scientif...

La dissonanza cognitiva del 25 aprile

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  Il 25 aprile è quel giorno dell’anno dove regna l’ipocrisia non tanto per la giusta ricorrenza storica, la quale merita di essere ricordata, quanto alla non capacità di capire gli eventi attuali. Del resto, non è una novità: la storia è un processo ciclico che si pone sempre con le stesse forme, ma con attori politici o economici diversi. Anche oggi, con una guerra alle porte dell’Europa, di quelle che non vedevamo almeno da metà anni 90’, escono fuori gli esperti geopolitici di turno che cercano in qualche maniera di categorizzare secondo metodiche novecentesche i personaggi politici oggi in auge. Mi riferisco ovviamente a Vladimir Putin che ora deve essere contraddistinto dall’appellativo di nuovo Hitler o di nuovo Stalin. Insomma, il leader russo che sicuramente ha parecchi scheletri nell’armadio, oggi viene disegnato dal mainstream occidentale come la personificazione del male senza sapere nulla della cultura russa che lui presiede e al contempo si cerca di screditarlo più di...