La danza mascherata prosegue

 





A dimostrazione del fatto che la psicologia delle folle scimmiottando Gustave Le Bon sia tutt’altro che ristabilita secondo parametri normali, vediamo attorno a noi persone che ancora indossano uno dei simboli ideologici della fase che viviamo da due anni a questa parte: la mascherina. Eppure, nonostante il governo vieti di fatto di indossarla quantomeno nei luoghi al chiuso e all’aperto, con poche eccezioni come sempre abbastanza deliranti, il popolo italiano continua, imperterrito e assuefatto, ad abbeverarsi questa narrazione ormai diventata insostenibile oltre che fastidiosa. Perché se si è arrivati a questo punto, con una misura presuntamente sanitaria ormai tolta in parecchi ambiti della vita collettiva, qualcuno mi dovrà spiegare cosa c’è di normale in questa cosiddetta ritrovata normalità nel momento in cui si continua a marciare mascherati, magari da soli in strada.

Del resto, era facile intuire e prevedere questo scenario: il potere della comunicazione medico-scientifica ha ormai rotto gli argini della ragione e anche quelle persone che prima perlomeno ragionavano secondo canoni ritenuti standard, oggi continuano a praticare una misura irrazionale e folle. E non mancano nemmeno i bontemponi di turno che strombazzano l’utilità delle misure (cosiddette) di protezione quando l’Italia, stando ai dati ufficiali, riporta praticamente i dati dell’anno scorso senza tenere in considerazione che i decessi, continuano ad essere, come è sempre stato, anziani con patologie pregresse (tra l’altro non si spiega come mai l’Iss, che strombazza i 164mila morti con o per covid, abbia calcolato solo 8436 cartelle cliniche). Un dato fattuale ma che ormai non ha attinenza al discorso delle abitudini pandemiche: infatti, possiamo ribadire una volta per tutte, che anche qualora la maggioranza delle persone capisse di trovarsi di fronte ad una emergenza che non esiste nella misura in cui ci viene narrata (basta osservare i grafici di EUROMOMO per rendersene conto), continuerebbe a perseguire le misure senza battere ciglio.




Insomma, ciò che si sta insinuando, in un paese tra l’altro come l’Italia dove vige un certo afflato per le misure impostate dallo stato padrone (uno degli ultimi casi clamorosi è la visita di Speranza a Fauci in vista di un’apertura di un hub a Siena per prevenire le “future pandemie”; e c’è qualcuno che ancora si dimentica di considerare l’Italia un laboratorio), è la cieca obbedienza e la passività del pensiero. È un discorso al limite dell’antropologico, culturale. Non ha niente a che fare né con la salute, né con la prevenzione quando questa è ormai sinonimo di ossessione e di mancanza di usare la razionalità. Al contempo, quelli che erano strumenti pompati mediaticamente come i salvatori dell’umanità (i vaccini ndr), sono ormai considerati obsoleti e si punta al non plus ultra, ad un vaccino universale paragonato allo sbarco sulla luna, perché secondo le aspettative dovrebbe proteggere da tutte le famigerate varianti. C’è da dire che non manca l’inventiva, peccato che questi proclami di università e di centri che danno l’anima contro il temibile morbo dimostrano l’inefficacia degli attuali sieri venduti, i quali però godono di buona considerazione a prescindere dai problemi che potenzialmente possono causare, soprattutto a persone giovani e sane che non avrebbero bisogno di nessun farmaco, figuriamoci di un preparato a Rna messaggero che sin dall’inizio si sapeva che sarebbe stato un azzardo.

Si legga ad esempio lo studio dello scorso ottobre 2021 del Dott. Giovanni di Palmo che ha valutato cinque punti interessanti:

  • ·         Decessi totali al di sotto dei 30 anni dall’inizio della pandemia: 111
  • ·         Di cui solo 15 con meno di 9 anni
  • ·         Decessi totali nella fascia 10-39 anni dall’inizio della pandemia: 384
  • ·         Decessi totali al di sotto dei 49 anni dall’inizio della pandemia: 1.601
  • ·         L’età media di tutti i deceduti è superiore agli 80 anni

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E a conferma di questo assunto sono proprio le stesse case farmaceutiche a dichiarare candidamente che stiamo parlando di un farmaco la cui sicurezza non è ancora certa per l’autorizzazione definitiva (perché, probabilmente la televisione non lo ha mai detto, i vaccini in uso sono tutti validati tramite l’Emergency Use Autorization, EUA). Lo conferma la stessa Biontech in un suo documento presentato alla SEC americana che appunto riferisce alcuni dati importanti destinati agli investitori.


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