Dal pangolino alla scimmia: la psicosi continua










Nella giornata di giovedì 18 maggio è stato riportato in Italia il primo caso[1] di vaiolo delle scimmie, un particolare ramo del vaiolo analizzato la prima volta nel 1958. Il caso non è stato solo rilevato in Italia, dove i due casi sono stati ricoverati con lievi sintomi allo Spallanzani, ma anche in altri paesi come Stati Uniti, Inghilterra e Spagna. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre con infezioni umane accidentali che di solito si verificano nelle parti boscose dell'Africa centrale e occidentale. A scapito di allarmismi gratuiti la stessa OMS[2] conferma che si tratta di una malattia che non comporta rischi di alcun tipo: “il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni; la malattia è spesso autolimitante con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni”.

Due simulazioni sospette

Come abbiamo già visto nel caso del Coronavirus, la cui esplosione è stata annunciata da svariate esercitazioni e simulazioni, tra cui la nota Event 201 (organizzata dalla Bill and Melinda Gates Foundation e dal World Economic Forum presso la John Hopkins University) anche il monkeypox sembra sia stato oggetto di disamine preventive e di simulazioni. Non è un caso che lo stesso Bill Gates, lo scorso novembre 2021[3] parlava del vaiolo come arma biologica. Tuttavia, è bene precisare che Gates non aveva accennato precisamente al vaiolo delle scimmie, ma fa comunque riflettere il fatto che il magnate americano parlasse assiduamente di nuove pandemie e creazioni di task force legate all’OMS (“ci vorranno decine di miliardi in ricerca e sviluppo e probabilmente circa un miliardo all'anno per formare una task force pandemica guidata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità), quando lui stesso la presiede grazie ai finanziamenti della sua Fondazione e della GAVI.

Un vaiolo di origine animale è stato approfondito allo scorso G7. Come riporta il quotidiano tedesco Bild[4], i ministri della salute di Canada, Italia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Francia e Giappone, capeggiati dal tedesco Karl Lauterbach, avevano implementato gli strumenti per una nuova simulazione pandemica. Si trattava proprio di una pandemia di vaiolo che viene trasmessa da un leopardo. Secondo il quotidiano i ministri hanno “simulato una pandemia di vaiolo che si diffonde in 21 paesi con un alto tasso di mortalità e di persone infette”. Persone perlopiù giovani” a differenza della pandemia da coronavirus”, che come ben sappiamo non ha avuto nessun impatto sulla mortalità giovanile (sono molti studi[5] a riguardo che confermano ciò).


 

Oltre allo scenario prefigurato dai ministri della saluta un'altra sospetta simulazione pandemica[6] incentrato sulla diffusione del vaiolo delle scimmie è stato organizzato nel marzo 2021 da una organizzazione senza scopi di lucro, la Nuclear Threat Iniziative (NTI) in collaborazione con la conferenza sulla sicurezza di Monaco. L’obiettivo dell’analisi congiunta è stato quello di studiare ed analizzare le lacune della biosicurezza nazionale nel caso arrivasse un nuovo patogeno.

La malattia esaminata in questa simulazione pandemica è stato appunto il vaiolo delle scimmie, il monkeypox. E come si legge sul sito ufficiale dell’organizzazione[7] non è nemmeno la prima simulazione di una pandemia: già nel 2019 e nel 2020 ben due pandemie erano state teorizzate sempre con lo scopo “di evidenziare le debolezze nell'architettura internazionale per prevenire, rilevare e rispondere alle minacce pandemiche”.

Nel documento dedicato la NTI ha giustificato l’esercitazione pandemica per evitare che gli stessi problemi del Covid 19 potessero ripetersi. A pagine 8 viene scritto che hanno partecipato 19 leader senior ed esperti provenienti esperti provenienti da tutta l'Africa, le Americhe, l'Asia e Europa con decenni di esperienza combinata in sanità pubblica, industria biotecnologica, internazionale sicurezza e filantropia.

Lo scenario dell'esercizio, prosegue il documento, ritrae una pandemia globale mortale che coinvolge un ceppo insolito del virus del vaiolo delle scimmie che è emerso nella nazione immaginaria di Brinia e si è diffuso a livello globale per 18 mesi. In definitiva, lo scenario ha rivelato che l'epidemia iniziale era stata causata da un attacco terroristico che utilizzava un agente patogeno ingegnerizzato in un laboratorio con disposizioni di biosicurezza inadeguate e una supervisione debole. La pandemia narrata ha provocato più di tre miliardi di casi e 270 milioni di vittime in tutto il mondo.

Similmente all’Evento 201 vengono messe in rassegna le raccomandazioni per prevenire una “minaccia pandemica”. Gli autori hanno sviluppato le seguenti linee guida:

  • ·       Rafforzare i sistemi internazionali per la valutazione del rischio pandemico, l’avviso e l’indagine sull’origine della epidemia
  • ·         Sviluppare e istituire trigger a livello nazionale per una risposta tempestiva e proattiva alla pandemia
  • ·         Istituire un’entità internazionale dedicata alla riduzione dei rischi biologici emergenti associando rapidi progressi tecnologici
  • ·         Sviluppare un fondo catalitico per la sicurezza sanitaria globale per accelerare la capacità di preparazione alla pandemia
  • ·         Stabilire un solido processo internazionale per affrontare la sfida della resilienza della catena di approvvigionamento

 

Tralasciando la retorica di biosecurity a cui siamo abituati dal 2020 ciò che veramente colpisce è la data in cui questa presunta pandemia dovrebbe prendere il posto della precedente. Infatti, lo scenario narrato dalla NTI ha inizio ufficialmente il 15 maggio 2022 (tre giorni prima del primo caso riscontrato in Italia).


 

Ciò che ancora più inquieta è il continuo del documento, con misure che ben conosciamo e che sono ben spiegate dagli stessi autori dello scenario fittizio:

Nel gennaio 2023, a sei mesi dallo scoppio iniziale nello stato di Brnia il virus si è diffuso in 83 paesi con 70 milioni di casi e 1,3 milioni di morti. Non esistono terapie efficaci e i vaccini, e i paesi hanno deciso di usare misure non farmaceutiche. Alcuni governi, tra cui l'immaginaria Repubblica del Dranma, adottarono prontamente misure aggressive per rallentare la trasmissione del virus interrompendo le riunioni, imponendo misure di distanziamento sociale e rendendo obbligatoria la mascherina. Questi paesi hanno anche stabilito test su larga scala e tracciamento dei contatti operazioni e ampliato i loro sistemi sanitari per supportare il numero crescente di casi previsto” (pag.13).

Mascherine, distanziamento e lockdown. Le medesime misure che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle vengono ancora una volta evocate in questo scenario, a dimostrazione che la pandemia da Covid 19 sia stata una palestra perfetta per normalizzare le misure repressive, lesive delle libertà fondamentali.

 


Nel dicembre 2023 lo scenario si interrompe con “oltre 480 milioni di casi e 27 milioni di vittime a livello globale. In questa fase, i partecipanti apprendono che la pandemia è stata causata da a attacco bioterroristico regionale che ha superato di gran lunga gli obiettivi degli autori”.

Lo stesso documento afferma che la risposta allo scoppio della pandemia potrebbe provocare problemi di natura sociale, politica ed economica (Participants also suggested that considering the social, political, and economic). Ma come spesso fanno questi istituti tutto viene ammantato dall’aspetto principale, ossia coalizzare i diversi paesi per rispondere con forza alla minaccia:
“La fase finale dell'esercizio è stata una tavola rotonda (roundtable) nella quale vengono discusse le disparità nella preparazione della salute pubblica in tutto il mondo e la conseguente necessità di una maggiore efficacia meccanismi di finanziamento per accelerare lo sviluppo delle capacità di preparazione alla pandemia. Riconoscere quella pandemia la preparazione richiede investimenti costosi che i paesi a reddito medio-basso non possono permettersi make, ai partecipanti è stato chiesto di discutere le strategie per catalizzare questi investimenti in modi sostenibili” (pag.15).

La pericolosità del trattato sulle pandemie dell’OMS

Ciò che ci spinge ad una riflessione non è tanto la simulazione in sé per sé che abbiamo capito ormai essere lo strumento con la quale organizzazioni si autoimpongono come decisori, quanto al potere conferito all’OMS. E non è un caso che proprio i paesi appartenenti alla principale istituzione della sanità mondiale, come detto finanziata perlopiù da privati, in occasione dell’Assemblea Mondiale della Sanità, inizieranno a discutere di un nuovo trattato sulle pandemie da attuare entro il 2024.

Il trattato istituirà un organo negoziale intergovernativo (INB) per redigere e negoziare una convenzione ai sensi dell’articolo 19 della Costituzione dell’OMS; e permetterà all’OMS di dichiarare una pandemia[8] qualora lo decidesse: al momento, infatti, l’organizzazione può dichiarare una PHEIC (Emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale) che non presuppone una intromissione negli affari sanitari dei singoli paesi.

Il primo a parlarne fu Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, lo scorso 25 febbraio 2021 assieme al direttore dell’OMS Tedros Ghebreyesus. I due dichiararono che “ci saranno altre pandemie e altre gravi emergenze sanitarie” e che “per far fronte alle pandemie occorre una leadership a livello globale che renda il sistema sanitario mondiale adatto a questo millennio[9].

Una frase ripetuta praticamente dai leader globali in tutto il 2021 che sottende che appunto sarà sempre più l’OMS a decidere della vita e della morte di milioni di persone. Ogni governo dovrà sottostare alle direttive dell’organizzazione in merito alle future pandemie. Verranno praticamente messi da parte i parlamenti dei rispettivi i paesi, i quali saranno obbligati a seguire le direttive provenienti da Ginevra che presupporranno le misure sanitarie e non da applicare, i farmaci da usare e implementeranno anche un sistema di controllo delle informazioni come abbiamo visto nel 2020.

 



[1] https://www.reuters.com/business/healthcare-pharmaceuticals/italy-reports-first-case-monkeypox-infection-two-more-suspected-2022-05-19/

[2] https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/monkeypox

[3] https://www.independent.co.uk/news/science/bill-gates-smallpox-terror-attack-b1958789.html

[4] https://www.bild.de/wa/ll/bild-de/unangemeldet-42925516.bild.html

[5] https://www.thelancet.com/journals/lanchi/article/PIIS2352-4642(21)00066-3/fulltext

 

[6] https://www.nti.org/wp-content/uploads/2021/11/NTI_Paper_BIO-TTX_Final.pdf

[7] https://www.nti.org/news/nti-bio-munich-security-conference-convene-global-leaders-annual-tabletop-exercise-reducing-high-consequence-biological-threats/

[8] https://www.nature.com/articles/d41586-021-03596-y

[9] https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2021/03/30/pandemic-treaty-op-ed/


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