"La Russia fallirà, è sempre più isolata..."
La desertificazione programmata dell’economia reale porta il
discorso del Grande Reset più vivo che mai, sebbene sia relegato ancora oggi,
nonostante le evidenze, ad una mera teoria complottistica. La realtà ci dice che al contrario che tale processo sta avvolgendo sempre più le economie europee, più in generale
occidentali, le quali con la guerra, per una insostenibile pretesa ideologica
di matrice angloamericana, si stanno autodistruggendo.
L’Unione Europea deve sacrificarsi sull’altare della NATO e
per farlo deve inimicarsi la Russia a tal punto da risultare imbarazzante nei vari
confronti che ci sono stati in diverse occasioni (vedesi le interviste a Maria
Zakharova e Sergej Lavrov). E poiché l’atteggiamento europeo è spocchioso oltre
che arrogante Mosca non ha problemi ad insistere con le proprie contro
sanzioni, impedendo anche ai paesi storicamente legati ad essa, Italia in
primis, di usufruire del gas naturale e del petrolio.
Secondo i dati del centro per la ricerca sull’energia
(CREA), con sede a Helsinki, la Russia durante i primi cento giorni di guerra ha incassato 93 miliardi di euro. Dall’Unione Europea ne ha ricevuti addirittura
57. L’Italia è al terzo posto avendo pagando ai russi circa 8 miliardi di euro.
Russia alla ricerca di nuovi partner mentre l’UE annaspa
Mosca ha raggiunto un accordo con l’India per nuovi accordi
commerciali sulla vendita del greggio, diventando dopo la Cina il più grande acquirente
di barili caricati nei porti delle sue coste occidentali. Nuova Delhi riceverà da
Mosca circa 860mila barili di greggio al giorno. Tale cifra supera addirittura le già sostanziose
forniture dell’Arabia Saudita, praticamente da sempre l’alleato energetico dell’India.
Accanto all’avvicinamento al mercato indiano e mentre l’Europa
fa i conti con le proprie scelte, la Russia rafforza i legami con la Cina
costruendo un nuovo ponte che metta in comunicazione i due immensi mercati. Tale immensa infrastruttura, tra l’altro già
inaugurata, collega la città russa di Blagoveshshensk e la cinese Hiehe, attraverso
il fiume Amur, noto in Cina come Heilongjiang. Il ponte lungo più di un km ed è
costato ai russi circa 19 milioni di rubli (242 milioni di dollari) milioni.
La Russia non perde nemmeno l’occasione di estendere la propria influenza anche nel centro America. Il Nicaragua ha permesso l’ingresso nel paese truppe, aerei e navi per scopi di addestramento. Ortega, presidente del paese centramericano, ha bollato l’ingresso dei russi sull’isola come una missione di aiuto umanitaria nel caso ci fossero problemi anche militari. Russia e Nicaragua rafforzano la loro alleanza in un luogo strategicamente controllato dai vicini Stati Uniti.
La Russia insomma è isolata o è invece più attiva che mai ad
allacciare i rapporti con altri paesi dello scacchiere globale? I media non
fanno altro che dirci ogni minuto quanto Mosca sia in difficoltà. La realtà è però
diversa: l’ordine globalizzato americano sta esalando gli ultimi suoi respiri
mentre un'altra parte di mondo si sta riprendendo il ruolo che merita.
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