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Monkeypox: l'inizio di un nuovo terrore pandemico?

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  L’isteria pandemica sta tentando di tornare alla carica dopo essere stata relegata al rango di notizia secondaria dai media internazionali. Con lo “scoppio” del vaiolo delle scimmie, il monkeypox , sono stati rispolverati una serie di elementi semantici che rimandano alla precedente pandemia dovuta al Covid 19 come ad esempio “contagio”, "quarantena” e ovviamente “vaccino”. Mentre il Belgio impone la quarantena a causa dei casi registrati, gli Stati Uniti corrono ad acquistare ben 13 milioni di dosi di vaccino dalla casa farmaceutica Bavarian Nordic , la stessa che aveva ricevuto il benestare dalla Food And Drug Administration per un vaccino contro il vaiolo delle scimmie lo scorso giugno 2021 . A New York il dipartimento della salute ha ordinato di indossare le mascherine anche per il vaiolo delle scimmie, adottando dunque le stesse regole per il Covid; cosa tra l’altro ripetuta in Italia dal dott. Nicastri dello Spallanzani in una conferenza stampa. Tra Spagna e Porto...

Dal pangolino alla scimmia: la psicosi continua

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Nella giornata di giovedì 18 maggio è stato riportato in Italia il primo caso [1] di vaiolo delle scimmie, un particolare ramo del vaiolo analizzato la prima volta nel 1958. Il caso non è stato solo rilevato in Italia, dove i due casi sono stati ricoverati con lievi sintomi allo Spallanzani, ma anche in altri paesi come Stati Uniti, Inghilterra e Spagna. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre con infezioni umane accidentali che di solito si verificano nelle parti boscose dell'Africa centrale e occidentale. A scapito di allarmismi gratuiti la stessa OMS [2] conferma che si tratta di una malattia che non comporta rischi di alcun tipo: “ il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni; la malattia è spesso autolimitante con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni ”. Due simulazioni sospette Come abbiamo...

La danza mascherata prosegue

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  A dimostrazione del fatto che la psicologia delle folle scimmiottando Gustave Le Bon sia tutt’altro che ristabilita secondo parametri normali, vediamo attorno a noi persone che ancora indossano uno dei simboli ideologici della fase che viviamo da due anni a questa parte: la mascherina. Eppure, nonostante il governo vieti di fatto di indossarla quantomeno nei luoghi al chiuso e all’aperto, con poche eccezioni come sempre abbastanza deliranti, il popolo italiano continua, imperterrito e assuefatto, ad abbeverarsi questa narrazione ormai diventata insostenibile oltre che fastidiosa. Perché se si è arrivati a questo punto, con una misura presuntamente sanitaria ormai tolta in parecchi ambiti della vita collettiva, qualcuno mi dovrà spiegare cosa c’è di normale in questa cosiddetta ritrovata normalità nel momento in cui si continua a marciare mascherati, magari da soli in strada. Del resto, era facile intuire e prevedere questo scenario: il potere della comunicazione medico-scientif...

La dissonanza cognitiva del 25 aprile

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  Il 25 aprile è quel giorno dell’anno dove regna l’ipocrisia non tanto per la giusta ricorrenza storica, la quale merita di essere ricordata, quanto alla non capacità di capire gli eventi attuali. Del resto, non è una novità: la storia è un processo ciclico che si pone sempre con le stesse forme, ma con attori politici o economici diversi. Anche oggi, con una guerra alle porte dell’Europa, di quelle che non vedevamo almeno da metà anni 90’, escono fuori gli esperti geopolitici di turno che cercano in qualche maniera di categorizzare secondo metodiche novecentesche i personaggi politici oggi in auge. Mi riferisco ovviamente a Vladimir Putin che ora deve essere contraddistinto dall’appellativo di nuovo Hitler o di nuovo Stalin. Insomma, il leader russo che sicuramente ha parecchi scheletri nell’armadio, oggi viene disegnato dal mainstream occidentale come la personificazione del male senza sapere nulla della cultura russa che lui presiede e al contempo si cerca di screditarlo più di...

Perchè la chiusura draconiana di Shanghai deve farci riflettere

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  È di queste ore la notizia che a Shanghai, una delle città più importanti della Cina nonché polo portuale e industriale di tutto il Medio Oriente, si sono registrati tre decessi da o con Covid, aumentando i decessi a sette in oltre due anni. La metropoli, per questi numeri ridicoli, da quasi un mese è ingabbiata in un irrazionale lockdown senza che nessuno si ponga il reale motivo a fronte di casi e decessi altamente trascurabili. Sembrerebbe dunque che il Dragone voglia spaventare di nuovo il mondo come fece nell’ormai lontanissimo, anche se sono passati due miseri anni, scenario di Wuhan nel quale alcuni casi di polmoniti vennero etichettati come sconosciuti e da lì cominciò l’epopea che ha ingegnerizzato le nostre vite. Tuttavia, mentre l’opinione pubblica viene ora bombardata dalle immagini della situazione bellica in Ucraina, quel lockdown ha un non so che di terrificante misto a raggelante. Anche se, è bene ribadirlo, ogni cosa che proviene dalla Cina è possibile etiche...

Benvenuti nell'era della precarietà

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  In Italia i più incauti sembrano convinti che l’emergenza sia finita, di punto in bianco, lo scorso 1° aprile. Quella pandemia mondiale che ha colpito tutti noi si è spenta tre giorni fa ma come ogni scenografia politica la sua permanenza è destinata a rimanere. Già perché è una cosa deve essere chiara: l’emergenzialismo, come forma di controllo politico, è parte integrante del modello attualmente imperante e non se ne andrà a causa di una data tra l’altro reiterata all’infinito prima di essere adottata per evidenti ragioni giuridiche. Insomma, appare chiaro che la struttura messa in piedi per fare fronte ad una emergenza presunta sia ora messa nel cassetto per poi essere ripescata quando vi è l’interesse per farlo ( Draghi lo ha detto candidamente lo scorso 17 marzo). Tutto quanto detto diventa più chiaro soprattutto alla luce del fatto che praticamente tutte le misure adottate siano in un modo o nell’altro state confermate anche ora, cioè in un momento in cui legislativamente...

Implosione sistemica

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  Sembra assurdo ma la guerra russo ucraina sta avendo un impatto più che lodevole sull’agenda iniziata con la pandemia due anni fa. Eppure, gli elementi, perlomeno quelli visibili, ci sono tutti: depressione economica, crescita dell’inflazione, distruzione della moneta, crescita della disoccupazione, annientamento di interi settori economici. A questi occorre aggiungere la propaganda alla quale ancora oggi, gran parte dell’opinione pubblica, abbocca con fin troppa nonchalance e passività senza tenere in considerazione il disegno globale di tutto quello che sta accadendo. Di cosa si tratta? Semplicemente della distruzione sistematica del sistema capitalistico nato dalle macerie della crisi finanziaria del 2007-2008, quello che ha portato allo scioglimento di Lehman Brothers. Da lì, a partire dall’emissione a gettito continuo di moneta si è cercato di tamponare una falla che molti speculatori temevano si riaprisse perché sarebbe stata la pietra tombale del loro sistema. Dunque, qu...