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L'emergenza Covid come arma di distrazione di massa

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  Il covid è, probabilmente, l'arma di cui il potere sta usufruendo non solo per modificare i propri assetti ma anche per riassemblare una società prima smarrita. E se da un lato è servito per accentrare ancora più potere, consolidare i governi e permettere alle banche centrali di ovviare alla crisi creditizia che la stava attanagliando dall'altro è diventato un'arma con cui nascondere problemi ben più pesanti ma non opportunamente calibrati per essere assimilati dall'opinione pubblica, ormai talmente spaventata dalla continua infodemia sanitaria da non avere più la percezione di cosa sia o no rilevante. Quest'assunto ci porta ad una considerazione ancora più drastica: il covid come fenomeno mediatico è o no un pretesto con cui celare sotto un tappeto una serie di problemi che in futuro saremo costretti ad affrontare, ad esempio quelli energetici che in realtà sono  già vicinissimi a noi  o quelli relativi all'inflazione? La risposta la si ritrova dal motivo per...

Lo stato d'emergenza senza emergenza

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  Mantenere lo stato d'emergenza senza emergenza. Sembra proprio questo il piano che ha in mente l'esecutivo di Draghi arrivato ad un bivio in quanto dovrà affrontare l'ostacolo del rinnovamento dello stato emergenziale decretato a gennaio 2020. Un cavillo che però potrebbe essere risolto da un gioco da illusionista, basato essenzialmente sul mantenimento de facto dello stato di cose attuale senza far riferimento alla struttura politica cosiddetta eccezionale. Del resto Draghi era stato chiaro già lo scorsa 24 novembre durante la conferenza stampa dinanzi ai giornalisti. Il primo ministro aveva effettivamente chiarito già all'epoca di non voler rinunciare agli apparati emersi in questi ultimi due anni per poter avere garanzie legali e per praticamente avviare una nuova stagione politica. L'emergenza senza emergenza è proprio la combinazione semantica adatta a descrivere la folle situazione in cui riversiamo, non da ora ma da almeno due anni. Un colpo così grave alla...

La Cina è sempre più vicina

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  Circa due mesi fa parlavo del fatto che ormai la Cina è sempre più vicina ad impossessarsi dei paesi occidentali tra cui l'Italia. Non è chissà che novità: appena si iniziò a parlare di misure restrittive atte a confinare le popolazioni contro un morbo sconosciuto la questione era già chiara. Il problema è stato che la questione Covid è stata assimilata in maniera impressionante dalla popolazione tanto che a distanza di due anni i media non smettono di usare il solito e becero terrorismo per metterla in riga. Una tendenza questa che è tipica di ogni sistema totalitario, come appunto quello cinese. Nel frattempo che queste misure, spacciate per sanitarie, vengono distribuite nella solita maniera ricattatoria, il governo continua nella sua opera di demolizione controllata di quel che rimane della vecchia democrazia liberale, arrivata nel 2020 nei suoi ultimi istanti vitali. Non solo il famigerato super green pass, misura dichiaratamente discriminatoria e funzionale a fomentare il ...

Diamo il benvenuto alla 'variante sudafricana'

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  Due giorni pieni caratterizzati dall'ennesima variante che però a differenza delle precedenti sembra avere quel quid in più per riverniciare l'ormai stagnante narrazione pandemica passata dal glorificare i vaccini visti come sola arma contro il virus a dichiarare i vaccini stessi come inutili al cospetto della nuova variante. Insomma, il sistema mediatico fa e disfa, a suo piacere e a discapito di qualunque riflessione logica. La variante, almeno a livello mainstream, ha già fatto il giro del mondo, ha costretto numerosi paesi ad agire chiudendo i voli o evitando contatti con persone provienienti dal Sud Africa. Una serie di tappe che ricordano, in maniera abbastanza evidente e scontata, quello che accadde con la Cina: all'epoca, parliamo di febbraio 2020, mentre i virologi nostrani iniziarono a capire le dinamiche ei talk show televisivi e al contempo negarono persino la pericolosità del virus di Wuhan, il ministro Speranza decise di chiudere i voli per evitare qualsias...

Il Tg1 e quel servizio osceno sulla vita dei "novax"

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  Più di una volta abbiamo ribadito che l'informazione nostrana è in una seria crisi di credibilità che sembra crescere ogni giorno, ogni minuto. Nonostante facciano di tutto per non farsi definire come meri organi di propadanga, i nostri telegiornali e quotidiani cartacei continuano imperterriti con le stesse dinamiche di due anni fa. L'unica differenza è che con l'arrivo del super discriminatorio Super Green Pass l'asticella dello schifo ha raggiunto un livello ancora superiore. Ce lo dice chiaramente un servizio scandaloso del Tg1, nel quale la giornalista Cardinaletti immagina la giornata tipo del "no vax". A partire dalle prime ore del mattino in cui nei paesi normali si va al bar o si aspetta il tram per andare a lavoro, la distorsione ad opera del tg nazionale più importante raggiunge livelli a dir poco macchiettistici sottolineando le cose che il povero "no vax", ossia una persona che ha scelto legittimamente di non farsi inoculare con la for...

Il totalitarismo dell'informazione sanitaria

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  Il totalitarismo dell’informazione è uno dei concetti imperanti in questa fase caldissima che stiamo vivendo nella quale ogni diritto sembra essere sempre più compresso dalle autorità. E non sembra esserci uno spiraglio di positività quando diventa poi uno strumento di vero e proprio potere, atto a decidere la vita di milioni di persone incautamente speranzose nel ritenere il totalitarismo stesso illuminante in quel percorso salvifico che li dovrebbe aiutare a tornare alla disperata normalità (che difficilmente ritroveremo). Del resto, non è una novità che l’informazione mainstream, quella certificata per intenderci, veicoli in maniera così persuasiva l’opinione pubblica orientandone i comportamenti e facendo si che si avvii verso un terreno preciso, dove il potere stesso ha la mano libera di fare quel che vuole. Al contempo il totalitarismo dell’informazione con la sua pervasività e onnipresenza ammazza anche quel concetto che ci è stato inculcato fin da piccoli, ossia quello s...

Caso Gibiliterra: l'ennesimo flop che dimostra la fallacia delle politiche sanitarie

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  L’ultima follia a cui ci stanno sottoponendo negli ultimi giorni è la possibilità, assai remota, di chiudere in lockdown circa 7 milioni di persone che hanno scelto liberamente di non vaccinarsi. Condizione questa che continua ad essere materia dei nostri governanti nonostante l’86% delle persone vaccinate; il tutto è poi condito una continua paura che imperversa tra i media mainstream circa l’utilizzo del green pass, ossia di uno strumento che sulla carta avrebbe proprio la funzione di limitare i contagi. All’appello spasimante di alcuni presidenti di regione che in realtà già ci hanno abituato ad uscite di questo tipo rispondo, usando la logica, che al momento nel nostro paese tale pratica, poco scientifica ma sfacciatamente discriminatoria, è irrealizzabile. Ed il perché è molto semplice: è impossibile giustificarlo scientificamente e giuridicamente in quanto tale provvedimento è un’estensione fin troppo folle del noto criterio de “la salute deve essere il bene collettivo”. Un...