Caso Gibiliterra: l'ennesimo flop che dimostra la fallacia delle politiche sanitarie
L’ultima follia a cui ci stanno sottoponendo negli ultimi
giorni è la possibilità, assai remota, di chiudere in lockdown circa 7 milioni di persone che hanno scelto liberamente di non
vaccinarsi. Condizione questa che continua ad essere materia dei nostri
governanti nonostante l’86% delle persone vaccinate; il tutto è poi condito una continua paura che
imperversa tra i media mainstream circa l’utilizzo del green pass, ossia di uno
strumento che sulla carta avrebbe proprio la funzione di limitare i contagi. All’appello
spasimante di alcuni presidenti di regione che in realtà già ci hanno abituato
ad uscite di questo tipo rispondo, usando la logica, che al momento nel nostro paese tale
pratica, poco scientifica ma sfacciatamente discriminatoria, è irrealizzabile. Ed il perché è molto semplice: è impossibile
giustificarlo scientificamente e giuridicamente in quanto tale provvedimento è un’estensione
fin troppo folle del noto criterio de “la salute deve essere il bene collettivo”.
Un leitmotiv che ci accompagna da anni e verso il quale si nutre più di un
dubbio di natura etica.
Intendiamoci, il governo può fare di tutto, ci ha abituato
ad uscite mirabolanti, dunque, non resteremo esterrefatti se riuscissero ad applicare
“provvedimenti” di questo tipo. Tuttavia, un limite c’è ed è talmente evidente
che anche i fans più accaniti del vaccino dovrebbero ridimensionare i propri toni.
Non è possibile stiracchiare così oltre una norma, un criterio già di per sé tremolante,
per soddisfare i desideri di tre/quattro presidenti di regione che, al momento,
non hanno nessuna legittimità a parlare di tali restrizioni, se non quella di
apparire in trasmissioni televisive o in pagine di giornali per dimostrare
chissà quale conoscenza epidemiologica. Anche se in due anni, ormai, ci siamo abituato
a tutto. Abbiamo una scorza dura atta a difenderci da tutti gli sproloqui
possibili ed immaginabili. Ma suggerirei ai summenzionati presidenti, che in nome della
scienza parlano di vaccinare tutti per il cosiddetto bene comune, di
osservare la situazione di Gibilterra, paese nel quale nonostante si sia
raggiunto un traguardo impressionante di 118 % di persone vaccinate, le autorità
hanno pensato di imporre nuove restrizioni per il prossimo natale per contenere la "ferocia" del virus. I casi sono arrivati a toccare la cifra di 500 al giorni su una popolazione complessiva di 33mila abitanti. Insomma,
il caso Gibilterra, ci dimostra che anche nei paesi vaccinato appieno l’impossibilità
di raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, calcolo molto complesso e per
molti impossibile da applicare (viste anche una serie di modifiche fatte sul
sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), è non solo concreta ma anche
ufficialmente riconosciuta. Se fosse stato così gli abitanti del piccolo paese che
separa Spagna e Marocco avrebbero festeggiato il fantomatico “covid free”, ed
invece pare proprio che non sarà così. Insistere su questi provvedimenti che
lasciano molto a desiderare è controproducente per il governo stesso: aizzare
le folle in questo modo potrebbe innescare una bomba sociale di difficile contenimento,
che spingerebbe anche i più ubbidienti non solo a farsi venire qualche dubbio ma
a scendere in piazza a reclamare i propri diritti.
L'esempio di Gibilterra riuscirà a svegliare anche i nostri governanti, che non vedono l'ora di applicare i modelli autoritari all'austriaca mentre evitano di parlare del piccolo paese? Riuscirà anche a dimostrare anche ai più dormienti che qui, purtroppo, ogni mossa che viene messa in campo non ha nulla di sanitario ma ha molto di psicologico e sociale? Se nemmeno l'eclatante caso di Gibilterra riuscirà a fare ciò allora siamo sicuri che le politiche "sanitarie" in atto continueranno fino a data da destinarsi, senza mai fermarsi.
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