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La dissonanza cognitiva del 25 aprile

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  Il 25 aprile è quel giorno dell’anno dove regna l’ipocrisia non tanto per la giusta ricorrenza storica, la quale merita di essere ricordata, quanto alla non capacità di capire gli eventi attuali. Del resto, non è una novità: la storia è un processo ciclico che si pone sempre con le stesse forme, ma con attori politici o economici diversi. Anche oggi, con una guerra alle porte dell’Europa, di quelle che non vedevamo almeno da metà anni 90’, escono fuori gli esperti geopolitici di turno che cercano in qualche maniera di categorizzare secondo metodiche novecentesche i personaggi politici oggi in auge. Mi riferisco ovviamente a Vladimir Putin che ora deve essere contraddistinto dall’appellativo di nuovo Hitler o di nuovo Stalin. Insomma, il leader russo che sicuramente ha parecchi scheletri nell’armadio, oggi viene disegnato dal mainstream occidentale come la personificazione del male senza sapere nulla della cultura russa che lui presiede e al contempo si cerca di screditarlo più di...

Perchè la chiusura draconiana di Shanghai deve farci riflettere

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  È di queste ore la notizia che a Shanghai, una delle città più importanti della Cina nonché polo portuale e industriale di tutto il Medio Oriente, si sono registrati tre decessi da o con Covid, aumentando i decessi a sette in oltre due anni. La metropoli, per questi numeri ridicoli, da quasi un mese è ingabbiata in un irrazionale lockdown senza che nessuno si ponga il reale motivo a fronte di casi e decessi altamente trascurabili. Sembrerebbe dunque che il Dragone voglia spaventare di nuovo il mondo come fece nell’ormai lontanissimo, anche se sono passati due miseri anni, scenario di Wuhan nel quale alcuni casi di polmoniti vennero etichettati come sconosciuti e da lì cominciò l’epopea che ha ingegnerizzato le nostre vite. Tuttavia, mentre l’opinione pubblica viene ora bombardata dalle immagini della situazione bellica in Ucraina, quel lockdown ha un non so che di terrificante misto a raggelante. Anche se, è bene ribadirlo, ogni cosa che proviene dalla Cina è possibile etiche...

Benvenuti nell'era della precarietà

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  In Italia i più incauti sembrano convinti che l’emergenza sia finita, di punto in bianco, lo scorso 1° aprile. Quella pandemia mondiale che ha colpito tutti noi si è spenta tre giorni fa ma come ogni scenografia politica la sua permanenza è destinata a rimanere. Già perché è una cosa deve essere chiara: l’emergenzialismo, come forma di controllo politico, è parte integrante del modello attualmente imperante e non se ne andrà a causa di una data tra l’altro reiterata all’infinito prima di essere adottata per evidenti ragioni giuridiche. Insomma, appare chiaro che la struttura messa in piedi per fare fronte ad una emergenza presunta sia ora messa nel cassetto per poi essere ripescata quando vi è l’interesse per farlo ( Draghi lo ha detto candidamente lo scorso 17 marzo). Tutto quanto detto diventa più chiaro soprattutto alla luce del fatto che praticamente tutte le misure adottate siano in un modo o nell’altro state confermate anche ora, cioè in un momento in cui legislativamente...

Implosione sistemica

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  Sembra assurdo ma la guerra russo ucraina sta avendo un impatto più che lodevole sull’agenda iniziata con la pandemia due anni fa. Eppure, gli elementi, perlomeno quelli visibili, ci sono tutti: depressione economica, crescita dell’inflazione, distruzione della moneta, crescita della disoccupazione, annientamento di interi settori economici. A questi occorre aggiungere la propaganda alla quale ancora oggi, gran parte dell’opinione pubblica, abbocca con fin troppa nonchalance e passività senza tenere in considerazione il disegno globale di tutto quello che sta accadendo. Di cosa si tratta? Semplicemente della distruzione sistematica del sistema capitalistico nato dalle macerie della crisi finanziaria del 2007-2008, quello che ha portato allo scioglimento di Lehman Brothers. Da lì, a partire dall’emissione a gettito continuo di moneta si è cercato di tamponare una falla che molti speculatori temevano si riaprisse perché sarebbe stata la pietra tombale del loro sistema. Dunque, qu...

Il Grande Reset prosegue sotto una nuova veste

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    Il racconto loquace e per questo pervasivo della situazione russo-ucraina sta stralciando definitivamente quel residuo di criticità rimasto nelle coscienze delle masse. Le quali, dopo due anni pieni di smarrimento, propaganda, narrazione a senso unico avente come scopo creare una mente collettiva, non hanno assolutamente la minima comprensione globale di ciò che sta accadendo, delle problematiche che arrivano e che arriveranno se si continua con la parsimoniosa adesione alle direttive provenienti dall’oltremanica e dall’oltreoceano. Insomma, ci stiamo dando la zappa sui piedi e lo stiamo facendo senza che comprendere al meglio il perché lo facciamo. La più candida delle giustificazioni è che dobbiamo tenere al popolo ucraino più di quanto teniamo al nostro popolo, vessato da due anni. E per fare ciò cosa si fa se non ostentare il nemico russo che attraversa i confini senza dare uno sguardo generale di ciò che accaduto negli otto anni precedenti? La propaganda funzione così...

Dalla narrazione pandemica a quella bellica: l'emergenzialismo come nuova normalità

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  Dal triste e mediaticamente corretto scenario pandemico siamo passati in poco più di tre giorni a quello tristemente bellico. Dai numeri Covid, i quali ci mostravano morti e positivi in maniera incontrovertibile, a quelli relativi agli spostamenti delle truppe russe sul fronte ucraino. La narrazione mediatico-televisivo-giornalistica ha trovato ancora una volta la scappatoia necessaria allo smorzamento della vicenda pandemica nella repentina, ed evitabile, escalation militare che ha coinvolto Russia e la Nato. Chiave di tutto questo è sempre la paura, la quale viene amplificata a prescindere da che i fatti siano veri oppure no. Se con la questione pandemica molti avevano, giustamente, dei seri dubbi riguardanti la modalità con cui i numeri venivano espressi e poi comunicati a tambur battente, oggi la questione sì fa molto più complessa: siamo passati in breve da una guerra narrata ma mediatica ad un conflitto bellico vero e proprio che dimostra, se ancore ce ne fosse bisogno, l’i...

Il Governo modifica la Costituzione 'normalizzando' il Green Pass

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  Con la modifica di due articoli della Costituzione si è fatto un importante passo in avanti con il fine di giustificare la prossima emergenza? I dubbi riguardanti la modificazione della carta costituzionale, effettuata dall'Esecutivo e approvata tra l'altro in fretta e furia dai partiti, mirano proprio da quella parte, ossia "normalizzare" il green pass, strumento del quale dovremo teoricamente fare a meno una volta finita l'emergenza. Ma appare chiaro che le sue funzioni non sono finite qui in quanto potrà essere riconvertito a strumento di tutela ambientale . La modifica degli Articoli 9 e 41 della nostra carta fondamentale consiste nell'aggiunta della "tutela dell'ambiente, della salute e delle generazioni future"e impone un cambiamento radicale nella gestione della prossima emergenza, che presumibilmente dovrà essere legata al discorso del cambiamento climatico e giustificherà giocoforza anche un cambio di stile di vita con le libertà fond...