La 'quarta ondata' rispolvera la narrazione pandemica

 





I giornali italiani hanno già cominciato a suonare le campane da morto affermando di punto in bianco che siamo dentro una quarta ondata. Quindi siamo di nuovo alle prese con una recrudescenza di un virus che già si sapeva che sarebbe tornato, come del resto fanno tutti i patogeni respiratori a carattere stagionale. Questo però non sembra interessare le autorità che tra quarta ondata e terza dose tornano ad acclimatarci con quel sano terrorismo mediatico che ormai abbiamo interiorizzato alla grande. Ricordate i grandi proclami estivi per cui i vaccini avevano vinto la pandemia, ebbene oggi quegli stessi personaggi sono in prima fila a parlarci di aumento dei contagi mentre si è arrivati alla soglia dell’80% dei vaccinati. Il ministro Speranza continua con la solita tiritera per cui dobbiamo perseverare con lo scopo di battere la pandemia. L’OMS ha dichiarato che in Europa ci saranno circa 500mila morti; quindi, nel continente più inoculato del pianeta si sta assistendo ad una crisi pandemia 2.0. È una dichiarazione chiara di fallimento delle vaccinazioni o è un leitmotiv che si autoalimenta ad libitum fino a quando non avranno vaccinato anche le piante grasse? In entrambi casi la narrazione pandemia lungi dal volersi ripresentare con la stessa forza di due anni fa, oggi è totalmente ininfluente: la popolazione italiana ha ormai capito il giochetto e non si arrenderà facilmente ad una nuova riproposizione dello stato d’emergenza, che ormai definirlo una commedia significa fargli un complimento. Non ci sono i presupposti per definirlo appieno viste le terapie intensive quasi vuote (ovviamente per i malati covid mentre le altre malattie, come quelle cardiovascolari galoppano come mai); mentre appare sempre più grottesca reiterarla e riproporla all’infinito senza un minimo di dibattito, come se la vita dell’intera collettività dipendesse dagli umori di un ministro evidentemente in grossa difficoltà, ma che nonostante tutto continua ad alzare il ditino proponendo quelle due/tre parole che conosciamo a memoria: “Vacciniamo per salvare gli altri”, “facciamolo per i nostri anziani” e via discorrendo.

Ricordate Conte l’anno scorso mentre parlava di salvare il Natale chiudendo in casa gli italiani? Dopo un anno di terrorismo vaccinale tutto è rimasto indenne: sembra un incubo, eppure i giornali hanno la faccia tosta non solo di riproporre gli stessi stilemi di un anno fa, ma al contempo di comporre essenzialmente gli stessi contenuti corroborati dai medesimi articoli. E se vi è ancora qualche dubbio, l’Italia è diventata una sorta di terreno di coltura di un nuovo modo di intendere la politica, spingendo le regolamentazioni di emergenza al massimo lì dove una democrazia, o presunta tale, si era mai spinta (se si parla, a sproposito, di lockdown per i cosiddetti novax capiamo in che terreno melmoso siamo immersi). Dunque, se visto in quest’ottica, l’anno prossimo assisteremo ad un effetto domino delle misure che oggi sono prese in Italia. Il green pass sarà esteso anche negli altri paesi, o si imporranno altri divieti, come ad esempio lo stato d’emergenza che al momento esiste solo in Italia. Speranza lo ha già detto chiaramente: si deciderà se estenderlo solo pochi giorni prima della scadenza fissata per il 31/12. Ma tutto fa pensare che ovviamente il nostro lungimirante governo stia non solo pensando di rinnovarlo, impostando uno stato d’emergenza a norma di legge, ma anche di inasprire le norme anti Covid già vigenti.


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