BlackRock e il Covid

 











Cosa hanno in comune la crisi innescata dal Covid e BlackRock, il più grande hedge fund del mondo? Nel nostro panorama globalizzato dominato dalla finanza speculativa in cui ogni mossa messa in pratica sul campo ha sempre motivazioni economico-finanziare. Persino una crisi sanitaria, la quale ovviamente sin dall’inizio ha mostrato basi più economiche piuttosto che medico-scientifiche, ha assunto il volto losco e torbido della finanzia internazionale, che da più di un secolo domina incontrastata la vita di ogni singolo essere umano presente sul pianeta. È il volto del capitalismo, giunto nel 2020 ad un punto di non ritorno e per questo era destinato o a fallire o a ridimensionarsi in vista di una lotta impari con la controparte orientale, guidata dalla Cina comunista. La crisi del Covid ha permesso alle democrazie occidentali di mettere da parte i buonismi democratici e ha spinto tendenze autoritarie a venire fuori dopo oltre 75 anni.

Ecco che BlackRock si innesta in questo discorso, molto politico e poco sanitario. Il colosso fondato da Larry Fink si può dire che sia il motore da cui tutto è partito. Da quando a fine 2019 le cose per la finanza internazionale stavano per mettersi veramente male, con condizioni non più tollerabili e rapporti del banking system giunto ad un punto di non ritorno. Dall’improvviso aumento dei tassi Repo, fino alla probabile esplosione dovuta dall’utilizzo spropositato di strumenti finanziari come i derivati. BlackRock aveva intuito il panico e fin dalla fine del 2019 ha fatto di tutto per consentire di salvare i propri investimenti da un possibile fallimento, che come il gioco del domino avrebbe rotto pezzo per pezzo tutta l’economia occidentale. Tattiche di finanza internazionale che come da copione si riversano anche negli altri ambienti, ma in questo caso più che parlare di semplice crisi di liquidità, abbiamo a che fare con un piano di ingegneria sociale molto raffinato, le cui radici girovagano nel tempo. Il covid è arrivato al momento giusto ed ha permesso grazie ad una pratica come il lockdown di salvare gran parte di quelle banche che rischiavano un crack simile se non peggiore rispetto a quello del 2008, la cui violenza si sente ancora oggi negli ambienti finanziari.

Tornando a BlackRock, perché la sua influenza è così clamorosa e qual è il suo ruolo in questo contesto storico fortemente spinto verso un nuovo mondo a tratti losco e inquietante? Lo vedremo nei prossimi passi.

 

 

 

BlackRock fiuta il disastro

E sì, si può dire di tutto tranne che la pandemia sia stata un problema per il mondo finanziario. Mondo che a ridotto dell’anno 2020 stava letteralmente toccando il fondo: in poche parole tutte le manovre finanziare messe in atto dopo la crisi del 2008 stavano per tornare non solo in auge ma in maniera molto più profonda e decisiva. BlackRock aveva non solo fiutato l’evento spiacevole ma aveva anche indirizzato le politiche monetarie nazionali ad una condotta tutt’altro che normale, in vista di una riduzione dell’economia interna con il fine di non far lievitare quei problemi strutturali. Qui, dunque, si collega il discorso del cosiddetto lockdown: manovra mai contemplata in un libro di medicina ma molto importante per l’economia. Significa letteralmente tagliare le gambe all’economia reale con il fine strategico di indirizzare le politiche monetarie della banca centrale: ossia sganciare una massa di moneta di incredibili proporzioni con un fine non inflattivo, proprio perché tutti gli esercizi commerciali sono “chiusi” a tempo indeterminato. Del resto, BlackRock in tempo non sospetti, ad agosto 2019, aveva chiarito il tutto con un documento ufficiale parlando proprio dell’urgenza della Federal Reserve di emettere moneta.

 

 

BlackRock e il controllo dei media

Sentite strana l’ossessività pervasiva con cui i media internazionali parlano del covid. Non c’è una minima finestra di informazione libera e quando si crea viene sempre contaminata da una censura al limite del sopportabile. Tutto questo non è un caso. La piovra di BlackRock, assieme ai colleghi di Vanguard, possiede asset finanziari delle più grandi società della comunicazione del globo. Non esiste grande network che non sia in modo diretto, o indiretto, controllato dalla creatura di Larry Fink. Non sorprendetevi dunque se soprattutto nei media americani, nei giornali e nelle radio avete a che fare con un unico ritornello, un unico trombone mediatico che si instilla nelle vostre menti e che non permette un minimo dubbio, anche quando pare fondato. Vediamo ora come BlackRock controlla le corporation americane. Si tratta di uno schema molto semplice e intuibile per chi mastica questi argomenti, anche se a lungo andare ci si perde in questo immane mosaico dove l’unica bussola rimane l’onnipresenza di questo Moloch della finanza internazionale. BlackRock non fa altro che assicurare alle proprie corporation fondi e servizi ai suoi clienti, con l’obiettivo del più alto ultra capitalismo: il profitto. Ma quando ai quali tutto questo è indirizzato a che fare con il pubblico? Allora il discorso cambia.

Le corporation americane che hanno in dotazione asset gestiti da BlackRock (e dall’alleato Vanguard) sono: Time Warner (CNN, HBO, Cartoon Network), Comcast (NBC, Universal, Syfy, CNBC, Sky), Disney (ABC, ESPN, Pixar) e News Corp (FOX, FX, National Geographic, 21th Century Fox). A queste corporation televisive aggiungiamo anche il giornale più importante del mondo, il New York Times, di cui possiede il 7,6 % della proprietà.

Un potere mediatico enorme che ben si sposa con quello che stiamo vivendo: un coro unico e impenetrabile, dove la libertà di espressione viene polverizzata.

 

Ovviamente, il colosso di Larry Fink controlla anche i cosiddetti controllori, ossia coloro i quali dovrebbero far rispettare le regole della democrazia sul web. Lo zampino della pietra nera si ritrova dietro a Facebook, con il possesso del 6,52% delle azioni, Twitter (6,57%), e Alphabet (5,97%).

 

BlackRock e le case farmaceutiche

La cosiddetta Big Pharma, che non è altro il cartello farmaceutico globale, è anch’essa contaminata dalla presenza di BlackRock. Il peso finanziario non si ferma davanti a nulla e questo lo si vede anche nelle attività di spingimento che BlackRock fa nella distribuzione dei vaccini. Un grande affare, o meglio una grande occasione da non sfruttare, con un’emergenza reiterata e un panico collettivo sempre attivo sia mai che si possa buttare al vento quest’annata? La roccia nera, sempre in combutta con Vanguard, ha in mano porzioni gigantesche delle grandi corporation che stanno “salvando il mondo” dal Covid. La regia della pietra nera qui è ancor più precisa e asserragliata: BlackRock indirizza le politiche economiche, e ovviamente anche sanitarie, da protagonista assoluta dopo che ha ricevuto dalla Federal Reserve, che con grazie all’oliato meccanismo delle revolving doors, il compito di assistere e di gestire un piano di salvataggio indetto dalla Fed stessa.

Gli esempi sono tantissimi: partiamo anzitutto dalle protagoniste della fabbricazione del vaccino anti-Covid Pfizer, AstraZeneca e Johnson & Johnson. La prima, la terza azienda farmaceutica al mondo e una delle più colpite da una serie di scandali, è posseduta da BlackRock per il 7,46%, assieme agli altri colossi Vanguard e Wellington Fidelity. Mentre AstraZeneca vede il colosso di Wall Street possedere il 7,7 %. Infine, abbiamo anche Johnson & Johnson: la prima azionista è Vanguard con l’8,7 %, BlackRock invece si posiziona al secondo posto possedendo il 7,27%.




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