Sette domande sul Covid-19
Sette domande sul Covid-19
Di Giancarlo Pacelli
Durante quest'ultimo anno e mezzo abbiamo visto di tutto, dalla negazione della scienza alla demolizione controllata di un sereno dibattito democratico, fondamentale in un periodo che molti considerano critico. Si è scelto di operare in nome di una fantomatica scienza invece di fare affidamento alla filosofia che sta alla sua base. Non esiste scienza se, al contempo, non si ha a che fare con un dialogo, con un confronto, con uno scambio di idee che possa definirsi almeno costruttivo. Ed invece da quindici mesi a questa parte quel dibattito considerato vitale è stato esautorato da una schiera di personaggi che hanno fatto di tutto pur di ostacolare un dibattito maturo (tanto che il Nobel per la chimica Michael Levitt ha definito questo periodo come contraddistinto da un livello pazzesco di stupidità).
Hanno persino utilizzato appellativi tumulati nel tempo al fine di screditare, sgonfiare, insultare il proprio interlocutore, e spesso questo modus operandi coincide con l'incapacità logica di argomentare piuttosto che con la fede alla scienza. Hanno anche chiamato in causa metodologie antidemocratiche al fine di abbattere qualunque timido punto di vista che si opponesse a loro.
Essi, che considerano la democrazia un dogma inscalfibile, l'hanno calpestata in nome di chissà quale tipo di interesse. E non hanno nemmeno la dignità di riparare il danno compiuto chiedendo almeno scusa alle migliaia di persone che leggono giornali o guardano le televisioni nazionali. Ma, come è scontato, sarà la storia a giudicare l'operato di questi personaggi e non una serie di voci alternative e fuori dal coro che rispettano almeno quegli ultimi residui della suddetta scienza.
Ecco alcune domande che la maggioranza delle persone dovrebbe farsi in questo momento di forte confusione pandemica.
1. Perchè prima del febbraio 2020 nessuno si allarmava dell'intasamento delle terapie intensive?
E' ormai chiaro asserire che il virus Sars-Cov 2 circolava in Italia già dal settembre 2019, quindi mesi prima del lancio dell'emergenza sanitaria. Come è possibile pensare che il sistema sanitario nazionale non abbia denunciato un intasamento delle terapie intensive in un momento in cui circolava un virus nuovo e per questo sconosciuto? La risposta potrebbe essere anche banale e scontata, ma è chiaro che se un medico cura ha più possibilità di salvare un malato, anche anziano e cronicamente esposto a migliaia di alti patogeni circolanti. Questa frase, che appare di facile comprensione, cozza invece con la nota circolare del ministero della Salute del 22/02/2020 che in pratica vietava ai medici di base di operare sul territorio. Si può dunque pensare che se curato in tempo, qualunque virus può essere fermato, senza per forza premere il pulsante del terrorismo mediatico e del bollettino giornaliero della Protezione Civile.
2. Perchè sono state vietate le autopsie?
Ben prima del divieto di fare le autopsie, in Germania, più precisamente ad Amburgo, il dottor Klaus Puschel si è distinto per due cose. Uno, è stato uno dei pochi anatomopatologi a fare delle autopsie sui morti Covid della città tedesca, in totale ne ha visionati 200. Due, ha dimostrato che quei pazienti erano affetti da altre malattie gravi, e dunque qualunque virus influenzale avrebbe potuto debilitare il livello immunitario di quelle persone.
Ora, un annuncio del genere in un mondo normale avrebbe come minimo allertato i media nazionali di tutti i paesi del mondo. Ed invece questa informazione è rimasta nei sottoboschi dell'informazione e ad oggi pochi conoscono questi dati, che per il loro peso sono fondamentali per capire tutto quello che è successo.
3. Perchè nel centro-sud Italia il covid non ha avuto gli effetti previsti?
Questo è il dato che da solo potrebbe scardinare tutta l'impalcatura creatasi nell'ultimo anno e mezzo, in quanto non si spiega perchè il centro-sud Italia praticamente non abbia avuto nulla, dal punto di vista di decessi in eccesso rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Con questo dato cade dunque anche la teoria del contagio del covid che in realtà sin dall'inizio ha mostrato parecchie crepe a cui nessuno sembra aver messo una pezza (perchè, ad esempio, la Cina ha "chiuso" rigidamente solo l'Hubei?). Nemmeno i centri di statistica epidemiologica nazionale, che hanno invece detto chiaramente che la mortalità in eccesso, su cui si potrebbe discutere, non è stata condivisa dalle diverse aeree geografiche e risulta anche difficile tollerare il motivo per cui un provvedimento anti-democratico come il coprifuoco sia stato esteso a tutta Italia. Perchè tutto questo? Inoltre bisogna aggiungere che nel 2020, la fascia specifica che va da 0 ai 49 anni, ha avuto una netta diminuizione della mortalità dell'8,5%. Insomma, i dati sono abbastanza chiari.
5. Perchè la Svezia ha dati migliori di quelli dell'Italia?
Per Neil Ferguson, epidemiologo inglese dell'Imperial College (già protagonista circa dieci anni fa nella narrazione dell'influenza suina) -che non ha fatto una bella figura a seguito dei suoi scandali sessuali - praticamente la Svezia doveva scomparire dalla faccia della terra perchè non aveva eseguito il suo rilevante consiglio, ossia chiudere il Paese. Ed invece il paese scandinavo, ad un anno e mezzo dall'esplosione della vicenda, ride in faccia a tutti i pandemisti con numeri confrontabili con quelli di una normalissima influenza. E secondo voi, un dibattito sano sul motivo per cui le autorità sanitarie svedesi non abbiano scelto di chiudere c'è stato in Italia? Ovviamente no, anzi la maggioranza della popolazione non sà nemmeno che la Svezia vanta numeri letteralmente ridicoli. Hanno evitato di distruggere la loro economia ed hanno fatto bene. I numeri non mentono. Ad oggi, 12 luglio 2021, secondo i dati ufficiali di worldmeters.info, la Svezia ha 1,437 morti per milioni quadrato, mentre l'Italia 2,117.
6. Dov'è finita la classica influenza stagionale?
Anche questa domanda è una specie di tabù. Non si spiega il motivo per cui l'influenza, che in Italia, fa circa 30.000 morti all'anno, nel 2020 sia scomparsa nel nulla.
7. Perchè gran parte degli istituti sanitari internazionali non posseggono il virus Sars-Cov 2 isolato?
La scienziata Christine Massey ha condotto un'opera di vero giornalismo investigativo andando a chiedere agli istituti sanitari di Canada, Nuova Zelanda, Australia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti etc un documento che dimostri la presenza del virus (isolato secondo i Postulati di Koch, cioè la base della microbiologia, che hanno come obiettivo proprio quello di dimostrare che una malattia è causa di un agente patogeno). Ebbene, ogni richiesta dell'esperta canadese è stata prontamente rispedita al mittente. Riportiamo, ad esempio, forse il caso più clamoroso, ossia quello del CDC americano.
"A search pf our records failed to reveal any documents pertaining to tour request. Specifically the National Center for Immunization and Respiratory Diseases apprises that CDC does not purify or isolate any COVID-19 virus in the manner the requester describes.."
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