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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

La dissonanza cognitiva del 25 aprile

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  Il 25 aprile è quel giorno dell’anno dove regna l’ipocrisia non tanto per la giusta ricorrenza storica, la quale merita di essere ricordata, quanto alla non capacità di capire gli eventi attuali. Del resto, non è una novità: la storia è un processo ciclico che si pone sempre con le stesse forme, ma con attori politici o economici diversi. Anche oggi, con una guerra alle porte dell’Europa, di quelle che non vedevamo almeno da metà anni 90’, escono fuori gli esperti geopolitici di turno che cercano in qualche maniera di categorizzare secondo metodiche novecentesche i personaggi politici oggi in auge. Mi riferisco ovviamente a Vladimir Putin che ora deve essere contraddistinto dall’appellativo di nuovo Hitler o di nuovo Stalin. Insomma, il leader russo che sicuramente ha parecchi scheletri nell’armadio, oggi viene disegnato dal mainstream occidentale come la personificazione del male senza sapere nulla della cultura russa che lui presiede e al contempo si cerca di screditarlo più di...

Perchè la chiusura draconiana di Shanghai deve farci riflettere

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  È di queste ore la notizia che a Shanghai, una delle città più importanti della Cina nonché polo portuale e industriale di tutto il Medio Oriente, si sono registrati tre decessi da o con Covid, aumentando i decessi a sette in oltre due anni. La metropoli, per questi numeri ridicoli, da quasi un mese è ingabbiata in un irrazionale lockdown senza che nessuno si ponga il reale motivo a fronte di casi e decessi altamente trascurabili. Sembrerebbe dunque che il Dragone voglia spaventare di nuovo il mondo come fece nell’ormai lontanissimo, anche se sono passati due miseri anni, scenario di Wuhan nel quale alcuni casi di polmoniti vennero etichettati come sconosciuti e da lì cominciò l’epopea che ha ingegnerizzato le nostre vite. Tuttavia, mentre l’opinione pubblica viene ora bombardata dalle immagini della situazione bellica in Ucraina, quel lockdown ha un non so che di terrificante misto a raggelante. Anche se, è bene ribadirlo, ogni cosa che proviene dalla Cina è possibile etiche...

Benvenuti nell'era della precarietà

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  In Italia i più incauti sembrano convinti che l’emergenza sia finita, di punto in bianco, lo scorso 1° aprile. Quella pandemia mondiale che ha colpito tutti noi si è spenta tre giorni fa ma come ogni scenografia politica la sua permanenza è destinata a rimanere. Già perché è una cosa deve essere chiara: l’emergenzialismo, come forma di controllo politico, è parte integrante del modello attualmente imperante e non se ne andrà a causa di una data tra l’altro reiterata all’infinito prima di essere adottata per evidenti ragioni giuridiche. Insomma, appare chiaro che la struttura messa in piedi per fare fronte ad una emergenza presunta sia ora messa nel cassetto per poi essere ripescata quando vi è l’interesse per farlo ( Draghi lo ha detto candidamente lo scorso 17 marzo). Tutto quanto detto diventa più chiaro soprattutto alla luce del fatto che praticamente tutte le misure adottate siano in un modo o nell’altro state confermate anche ora, cioè in un momento in cui legislativamente...